IL PRESIDIO PERMANENTE – Da circa un mese e mezzo i comitati di cittadini hanno installato un presidio permanente su Via di Casal Selce, presso l’accesso all’area in cui è previsto il biodigestore, dove il 7 maggio i comitati di Massimina, Casal Selce e Valle Galeria Libera hanno tenuto una nuova manifestazione, come ennesimo atto di protesta. “Casal Selce dista appena1 km e mezzo da Malagrotta, limitrofa alla Valle Galeria dove ci sono altri impianti, non vogliamo il biodigestore!”, tuona Celestino Leonetti del comitato Massimina.
LA PETIZIONE – Verrà presto presentata in Comune una petizione che finora ha raccolto online oltre 3.000 firme per scongiurare la realizzazione del biodigestore che “ andrebbe ad insistere su aree densamente popolate come Casalotti, Pantan Monastero e Massimina, queste ultime già ampiamente provate dagli effetti della discarica di Malagrotta, per la quale sono ancora in corso indagini in relazione ad una serie di casi di morti e lesioni derivate ai residenti e lavoratori dell’area”, ed avrebbe inoltre un impatto sulla produzione agricola e casearia della vicina Tenuta di Castel di Guido, con ripercussioni sulla viabilità, che verrebbe appesantita dal transito giornaliero di oltre 120 furgoni con cassone ribaltabile in via di Casal Selce.
I CITTADINI TUONANO: “ECCO PERCHE’ QUEST’AREA NON E’ ADATTA” – Come sottolinea Stefania Corna del Gruppo FB “Casal Selce non si tocca” contrario al biodigestore, “il comune di Roma sta cercando di utilizzare il parere favorevole relativo all’impianto di compostaggio da 50mila tonnellate all’anno, proposto dalla giunta Raggi, per cercare di convertirlo in autorizzazione per la produzione di un biodigestore da oltre 100mila tonnellate all’anno”. “I cittadini hanno già manifestato contrarietà all’impianto di compostaggio, perché Casal Selce è vicinissima a Malagrotta e ha già provato gli effetti negativi della discarica che ha provocato un aumento del 28% dell’incidenza dei tumori in quell’area, dove ci sono ancora impianti funzionanti e la bonifica non è ancora iniziata. – ricorda Corna – Inoltre l’area dove è previsto il biodigestore è stata sottoposta a vincolo paesaggistico nel 2014 dalla Regione Lazio, che ne è proprietaria e presenta un grave rischio idrogeologico riconosciuto dal municipio XIII nel 2017, aggravato dalle attività di escavazione ancora in corso ”.
IL CONFRONTO TRA XIII MUNICIPIO E CAMPIDOGLIO – Nella seduta della Commissione Trasparenza del Municipio XIII del 28 aprile presieduta dal consigliere Marco Giovagnorio (FdI), la minisindaca Sabrina Giuseppetti si è impegnata a organizzare un confronto con la giunta capitolina. Giovagnorio si dichiara soddisfatto di aver sbloccato la situazione di stallo “grazie alla Commissione Trasparenza, da me convocata, facendo assumere alla Presidente l’impegno di convocare gli organi di Giunta Comunale in Municipio per spiegare le motivazione della scelta scellerata di installare un biodigestore a Casal Selce. Non abbandoneremo i cittadini in questo momento tanto preoccupante per tutti noi”.