La storia del parco
“Tutto è cominciato quando Rutelli decise di concentrare a Pietralata lo SDO- spiega F.Saporito, vice presidente del Comitato- Fondammo un Comitato per capire cosa significava per il quartiere questa misura. Nel 1997 riuscimmo a ottenere un emendamento nel piano particolareggiato di Pietralata per la realizzazione del parco Pertini, ma nel 2012 la Giunta Alemanno approvò la delibera 208 per una Variante non Sostanziale, finalizzata ad ampliare la viabilità dello SDO, apportando diverse modifiche al piano, senza consultare i cittadini”. Le modifiche prevedevano, tra le altre, la costruzione di una strada riservata ai veicoli a motore che passava nel parco, rendendolo impraticabile perché rischioso, specie per i bambini e gli anziani che ne usufruivano. “Nel 2013 iniziammo una mobilitazione e votammo un referendum per dire no alla strada- spiega il Comitato- ma l’amministrazione andò avanti lo stesso. Era inoltre passato il progetto F555- aggiunge- che prevede la realizzazione di 555 abitazioni di housing sociale attaccate al parco, e oggi l’attuale giunta capitolina ha finanziato il PRINT che include la costruzione di 1200 abitazioni, sempre a Pietralata”. Il comitato ha tuttavia continuato a battersi, chiedendo il declassamento della strada. Nel 2015 l’allora presidente del Municipio Siascia avanzò anch’egli la richiesta di declassamento della strada agli assessori capitolini. Presente all’inaugurazione del parco, Sciascia, ora consigliere PD in Municipio IV, ha dichiarato: “Le battaglie dei cittadini alla fine producono risultati concreti che migliorano la qualità della vita del quartiere. Quando le istituzioni sono vicine ai cittadini i risultati si portano a casa”.
Il progetto di riqualificazione
Durante l’inaugurazione è stato presentato un progetto di riqualificazione del parco, realizzato dallo studio di Architettura di urbanistica partecipata: “Siamo stati contattati dal Comitato- spiega l’architetto Pellegrini- E’ molto interessante capire che, con pochi soldi, si può cambiare radicalmente un pezzo di città. E’ stata fatta un’operazione interessante di isolamento dell’elemento arboreo -aggiunge- e l’area, che già c’era, è divenuta fruibile. Immaginiamo quante aree di questo tipo ci sono che possono essere riqualificate”. Di fronte alla nota emergenza climatica e ambientale, il consumo delle risorse continua però a prevalere sul recupero degli spazi abbandonati che, nella maggior parte dei casi (come questo) si salvano proprio grazie ai cittadini. In merito alla strada, Pellegrini ha poi aggiunto: “Non era prevista e di fatto spezza il parco; è volontà dei comitati ricollegare le due parti, quindi declassare la strada e renderla fruibile ai cittadini. Fino agli anni 80/90- spiega- c’è stato un disegno della città totalmente basato sulla viabilità; ora questo eccesso di asfalto può venire corretto, riutilizzando e ridisegnando questi spazi come spazi urbani; il parcheggio, ad esempio, può diventare un playground. Con i comitati abbiamo presentato un progetto e chiediamo che venga acquisito”. Presenti all’inaugurazione anche gli scout della parrocchia San Michele Arcangelo:“Partecipiamo a questa iniziativa come servizio- spiega Davide, capo reparto del gruppo– Siamo chiamati a interagire con ciò che ci circonda: un punto della legge scout dice di amare e rispettare la natura, che non riguarda soltanto i boschi e gli spazi extraurbani, ma anche le aree verdi della città. Uno dei nostri motti –aggiunge- è di lasciare il mondo migliore rispetto a come lo si trova”.
Francesca Zaccari