La situazione attuale
Oggi, a quasi tre anni dall’incidente, una nuova prospettiva per il palazzetto culturale – ormai ridotto a mostro urbano – sembra esserci. Dopo una pressante azione da parte del Comitato di Quartiere Aurelio Roma XIII, che lo scorso gennaio ha raccolto circa mille firme per rendere manifesta l’esigenza di dare nuova vita alla struttura, nel mese di giugno la sindaca Raggi ha indetto una serie di appuntamenti per “dare ai cittadini le chiavi dell’Auditorium”. Dopo una tavola rotonda spalmata su quattro appuntamenti – l’ultimo dei quali si è tenuto il 25 giugno – sono state dettate le linee guida da seguire, frutto della cooperazione tra i cittadini e Risorse per Roma, una società in house partecipata interamente di Roma Capitale.
Il lavoro del Comitato di Quartiere
“La nostra idea, che è stata ben accolta – ha dichiarato Danilo Amelina, presidente del Comitato di Quartiere Aurelio – è quella di creare una struttura polivalente, che offra attività di tipo sociale, sportivo, teatrale, formativo e culturale. Andrà poi aggiunto un bar, vero luogo di socializzazione, e una porta aperta verso il pineto. Un’agorà, un’isola pedonale che faccia rientrare la situazione di degrado a cui il parco e la zona sono sottoposti”. Il progetto è fruibile online sul sito del Comune e, nel mese di settembre, è tornato indietro il parere della commissione comunale per il suo avanzamento. “Il Municipio – racconta ancora Amelina – ha messo su una somma di 250mila euro per la progettazione e la messa a bando della gara, per affidare i lavori a una ditta che dovrà ristrutturare l’Auditorium per un milione e centomila euro comprensivo di IVA. I soldi saranno impiegati per ricostruire la copertura e mettere a punto un impianto energetico efficiente che consenta di abbatterne i costi”. E per quanto riguarda i tempi? La gara d’appalto dovrebbe essere indetta con l’arrivo del nuovo anno. Una volta affidati i lavori, l’Auditorium dovrà essere completato – secondo l’intento di questa amministrazione – entro il 2021. Una lunga storia di incuria che, forse, potrà avere il suo lieto fine.
Francesca Ferrandi