GLI INFINITI TEMPI DI ATTESA DEL RECUP – “Prenotare un esame, una visita specialistica, una TAC, un intervento chirurgico é diventato un percorso a ostacoli – scrive l’Assemblea – le leggi che tutelano l’accesso e il rispetto della tempestività dell’erogazione delle suddette prestazioni esistono, ma sono ignorate”. L’iter per accedere alle prestazioni tende infatti a scoraggiare i cittadini ad usufruire delle stesse: i tempi di attesa per parlare con un operatore del Centro unico di prenotazione (RECUP) sono lunghissimi, idem le file agli sportelli. La situazione non migliora al momento della prenotazione: le urgenze indicate sull’impegnativa raramente vengono rispettate e i tempi di attesa vanno ben oltre quelli richiesti. La motivazione fornita agli assistiti è sempre la stessa: le liste sono chiuse.
LO SPORTELLO SANITARIO – “Lo sportello non può dire che le liste sono chiuse – afferma Giuseppe Evangelista, infermiere e attivista dell’Assemblea – c’è una norma di legge che tutela il diritto di accesso alle prestazioni sanitarie nei tempi stabiliti dal medico. Lo sportello serve, tra le altre cose, a far conoscere questi diritti e le normative che tutelano ciò che resta della riforma sanitaria”. Le normative sui tempi di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie sono poco diffuse e, ancor meno, applicate.
L’INTRAMOENIA – Eppure l’alternativa alle cosiddette “liste chiuse” esiste e prevede l’accesso alla prestazione in intramuraria (intramoenia) nei tempi indicati dal medico, al costo del ticket o a costo zero in caso di esenzione. Il DL 124/98 stabilisce infatti che “Qualora l’attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre il termine fissato dal direttore generale, l’assistito può chiedere che la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero professionale intramuraria, ponendo a carico dell’azienda unità sanitaria locale di appartenenza e dell’azienda unità sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione, in misura eguale, la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l’effettivo costo di quest’ultima. Nel caso l’assistito sia esente dalla predetta partecipazione l’azienda unità sanitaria locale di appartenenza e l’azienda unità sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione corrispondono, in misura eguale, l’intero costo della prestazione”.
I TAGLI ALLA SANITA’ – La Pandemia ha disvelato le gravi conseguenze causate dai tagli alla sanità pubblica e le insufficienti risorse del SSN che, di fatto, non ha retto la contemporanea gestione dei pazienti covid e non covid: nel 2020 le visite specialistiche sono diminuite del 30% e gli screening oncologici sono scesi drasticamente del 50-55%. Numeri allarmanti con pesanti ricadute nel medio e lungo periodo sulla salute dei pazienti, sui quali continuano a gravare attese eccessive. “Nessuno deve essere più lasciato solo di fronte a tali difficoltà- riprende Evangelista- la battaglia per il diritto alla salute si può fare in maniera collettiva, rapportandoci alla ASL come cittadini che rivendicano i propri diritti”.
LA RIAPERTURA DI VILLA TIBURTINA – Il percorso avviato dallo Sportello si affianca alla campagna per la Riapertura di Villa Tiburtina, il poli-ambulatorio specialistico del quartiere Ponte Mammolo-Rebibbia chiuso nel 2012: una battaglia capillare che punta a crescere con la partecipazione dei cittadini, per salvaguardare e ripristinare il diritto alla sanità pubblica, accessibile a tutti/e nei tempi necessari per garantire la prevenzione, la diagnosi e la cura di ogni problematica di salute.