UN ITER MOLTO LUNGO – I primi lavori per il Palazzetto risalgono al 2011. Allora gli interventi si interruppero e nel 2013 la convenzione venne risolta in danno per la società che aveva fermato i lavori. L’area rimase abbandonata e divenne presto terreno di insediamenti e discariche abusive. Finalmente nel 2016 arrivano nuovi fondi per il Palazzetto. Si tratta di 5 milioni disposti dal CONI nell’ambito dei progetti per candidare Roma alle Olimpiadi. La candidatura non arriva, ma i fondi restano e così il progetto, che nel 2018 viene anche rimodulato per renderlo più leggero. Arriviamo così all’ottobre del 2020, quando la Sport e Salute Spa (società legata al Ministero dell’Economia) presenta al Comune due progetti tra i quali scegliere. La decisione passa nelle commissioni e a dicembre l’Assemblea Capitolina vota per la realizzazione del Palazzetto. Passa meno di un mese e dal dipartimento sport del Consiglio dei Ministri arriva la comunicazione della rimozione dei fondi.
I FONDI RITIRATI – I motivi di questa decisione ci sono stati confermati dal consigliere del M5s e Presidente della commissione capitolina Sport, Angelo Diario. I problemi riguardano un iter tropo lungo (dal 2016) e la presenza di vincoli archeologici sull’area che rendono complessa una variante urbanistica. “Siamo stati colti alla sprovvista – ha dichiarato il consigliere Diario – avevamo raccolto il consenso di 4 Federazioni e di più di 30 tra Comitati e Associazioni, oltre all’unanimità dell’Aula sul progetto”. I contatti con il mondo dello sport e dell’associazionismo erano stati condotti dalla commissione nell’ottica di assicurare la gestione della struttura: “Tutti avevano espresso il loro favore per una gestione condivisa, volevamo evitare che il palazzetto restasse vuoto”. Purtroppo lo stop imposto dal Governo pesa sulla vicenda e sul futuro di quest’area che rischia di restare nel degrado.
CHE SPERANZE CI SONO? – Al momento le possibilità per il Comune sono interlocutorie: “Abbiamo risposto all’Ufficio Sport chiedendo un incontro – afferma Diario – anche perché l’iter si era già allungato ad ottobre quando ci hanno presentato i progetti tra i quali decidere e le osservazioni urbanistiche non sono una novità emersa ora – aggiunge – se queste difficoltà fossero state discriminanti tanto valeva non predisporre il progetto”. Per il Consigliere la strada sarebbe quella di lavorare per superare le criticità evidenziate dal Governo: “Spero potremo confrontarci in un incontro, ma siamo pronti a convocare i rappresentati dell’Ufficio Sport del Consiglio dei Ministri anche in commissione se sarà necessario”.