Settecamini è un quartiere dalle grandi ricchezze storico-culturali e archeologiche. Il territorio conta infatti molte zone verdi e l’“Area Archeologica di Settecamini” risalente all’‘800, la quale in età medioevale era chiamata “Campo dei Sette Fratelli” o “Forno dei Septe Fratri”, in riferimento alla leggenda di Santa Sinforosa dei suoi sette figli.
L’EMERGENZA RIFIUTI – Il problema però è un altro; tutte queste risorse storico-artistiche rischiano di essere soffocate da una mole sempre crescente di rifiuti. In vari siti, tra cui anche nell’ “Area Archeologica di Settecamini”, sono state rinvenute infatti delle vere e proprie discariche a cielo aperto, nelle quali vi si trovano dei rifiuti dall’ingombro di non poca rilevanza (elettrodomestici, vestiario, mobilia). Il disagio ambientale non si ferma qui: le criticità vanno interessando anche il campo rom di Via di Salone da cui si sprigionano roghi tossici, principali responsabili dell’emanazione di odori acri e di un’aria irrespirabile, specie al mattino. “Tutto ciò potrebbe dipendere dal fatto di come vengono smaltiti i rifiuti – spiega al Caffè di Roma la presidente del Comitato di Quartiere Settecamini, l’avvocato Khaty Crimeni – in zona si sono verificati casi di malattie respiratorie legate a tale fenomeno. Noi la politica ambientale l’abbiamo fatta nostra, portando avanti le nostre giornate ecologiche aventi l’obiettivo di migliorare la qualità della vita. Ben venga il progresso economico ma non a rischio della nostra salute. Un vero progresso deve essere sano, morale e culturale e deve mettere sempre al centro di ogni cosa la persona ed i suoi valori più veri”.
LA BATTAGLIA DEL COMITATO DI QUARTIERE – Secondo quest’ultima, quindi, la dinamica delle discariche a cielo aperto potrebbe essere legata al fatto che Settecamini sia un’area piena d’industrie ed una zona di confine. “Forse qualcuno smaltisce come non dovrebbe fare. L’igiene e il decoro sono i primi indici della civiltà di un popolo, poi mettiamoci anche AMA che non raccoglie con regolare frequenza. Noi chiediamo pulizia e il decoro e ciò ne vale del nostro benessere fisico e psichico”, ha aggiunto Crimeni. La Presidente del cdq ha inoltre evidenziato come la problematica ambientale legata all’eccessiva quantità di rifiuti si sia estesa anche a due centri sportivi del territorio in questione; uno di questi, la struttura Valentina Caruso, versa in uno stato di degrado più totale e da campo sportivo è ora un’altra discarica a cielo aperto. Il Comitato si è prontamente attivato con due petizioni online sul sito di Roma Capitale; una di queste ha di mira proprio la riqualificazione dei centri sportivi. Sulla problematicità Crimeni ha sottolineato che le uniche istituzioni che hanno fornito una risposta concreta al riguardo sono stati i NAD (Nucleo Ambiente Decoro) che hanno provveduto all’installazione di alcune telecamere per monitorare la situazione nelle varie aree. “Quando presento denunce tramite PEC spero di ottenere risposte e le uniche concrete che mi giungono sono arrivate dai NAD che hanno apposto delle telecamere. Il resto silenzio assoluto. Noi vogliamo collaborare con le istituzioni; in determinati casi ci sono giunte risposte dall’ex Assessore all’Ambiente del Municipio, Fabio Grifalchi, che nel giro di pochi giorni ha eliminato due discariche. I NAD sono presenti sul territorio ma sono solo 25 e pertanto chiediamo alla sindaca un potenziamento dell’organico”, conclude la Presidente.