Per spegnere gli incendi, basterebbe accendere la luce. Altro che invio delle forze dell’ordine. Sul quale, del resto, non c’è una visione univoca tra i commercianti di Centocelle. Se da un lato alcuni proprietari dei locali lamentano un calo della clientela dovuto alla presenza dei posti di blocco, dall’altro i negozianti di via dei Castani raccontano l’esatto opposto. Ossia, nessun un incremento dei controlli, fatti salvi i vigili urbani che, però, agiscono solo sulle multe a chi ostruisce il traffico in doppia fila. “Tutto il contrario di quello per cui il quartiere ha manifestato – spiega il titolare di una nota enoteca non distante dal Baraka Bistrot -. Cavalcando gli incendi è venuta meno una delle richieste dei tantissimi manifestanti dei due cortei di quartiere, cioè la non militarizzazione. Ci siamo resi conto tutti del numero spropositato di pattuglie. Piazza dei Mirti e piazza delle Gardenie avevano ripreso a pulsare di vita, di chiacchiere e giovani. Da giorni si sono quasi svuotate. I locali, come il mio, in tre giorni hanno avuto un picco di clienti negativo. Veniamo, me compreso, fermati ogni due per tre, io a piazza dei Gerani in bicicletta, e se si chiede il motivo all’agente di turno la risposta è “mo è così”. Questo non è ciò per cui abbiamo alzato la voce in quelle due gigantesche dimostrazioni di coesione. Non è secondo me il metodo corretto. Io non mi sento più sicuro cosi. La sicurezza – conclude l’esercente – me la dava la possibilità che le persone potevano girare di sera, serene e tranquille. Ci stanno togliendo anche quello ora”. Di altro avviso i negozianti. “Dove le vedono le forze dell’ordine? Evidentemente sono concentrate solamente in un’area di Centocelle perché nelle vie dei negozi, invece non si è avuta la percezione di una maggiore presenza sul territorio – spiega Monica Paba, Presidente dell’associazione Rete Imprese Castani -. I negozianti non sono contrari a una maggiore presenza delle forze dell’ordine, non un’invasione, certo, ma se ogni tanto si vedesse passare una volante della polizia sarebbe sinonimo di tranquillità. Invece si ripetono i casi di scasso. E questo accade perché il quartiere è di nuovo al buio”. Infatti da mesi Centocelle è priva di illuminazione, con diverse strade, come via dei Frassini o via dei Platani, dove i lampioni non vengono accesi da tempo e il buio è talmente fitto che, per andare da un isolato all’altro e vedere dove si mettono i piedi, è necessario usare una torcia. L’oscurità è il migliore alleato di chi vuole delinquere. E infatti nella notte tra domenica e lunedì è stato derubato un bar proprio in via dei Castani. Solo l’ultimo, in ordine di tempo, di una serie di furti ed episodi di microcriminalità che da queste parti non si vedevano da tempo. E contro i quali i commercianti hanno deciso di vederci chiaro. Per questo motivo Rete Imprese Castani, che aggrega 100 negozianti, ha annunciato che presenterà un esposto al Comune per la mancata illuminazione. La decisione degli esercenti è arrivata dopo una riunione che si è tenuta lunedì scorso alla presenza dell’assessore capitolino al Commercio Cafarotti. “Non puoi lasciare un quartiere al buio da due mesi – spiega Monica Paba -. Se non c’è luce non si può parlare di un quartiere sereno, non è accettabile che si debba camminare da piazza dei Gerani a Mirti nel buio più completo, non è un episodio sporadico ma una situazione che si prolunga da tempo. È ora di capire la motivazione. Non crediamo a un guasto, forse è voluto perché bisogna risparmiare. Ma allora perché si risparmia sempre sulle stesse strade? Presenteremo questo esposto e facciamo un appello ai cittadini: se vogliono unirsi ben venga. Più siamo, meglio è”. Dopo i primi giorni di attenzione mediatica e istituzionale, rimangono quindi solo commercianti e cittadini a fare da presidio. Mentre il Campidoglio, agli occhi di chi vive qui, sembra sfilarsi, sempre più lontano. L’ultimo spenga la luce. Se ne trova ancora una accesa.
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