Le gioie in casa Atac durano un soffio., anzi il tempo del prossimo guasto. Il 7 febbraio la Municipalizzata dei trasporti esultava per la proroga del contratto e per il servizio metro in crescia (più 5 per cento), quando due giorni dopo è arrivata l’ultima doccia fredda, anzi gelata, l’affossamento di un gradino di una scala mobile a Furio Camillo. ”Nessun ferito”, è stata la laconica comunicazione. Un gradino si è rotto, pare sganciato, e fortunatamente non ha risucchiato passeggeri. L’allarme è scattato alle sei del pomeriggio. Alcuni pendolari erano appena scesi da una delle scale mobili della fermata sulla linea A in zona Appio quando si sono resi conto che uno dei gradoni aveva ceduto, sprofondando all’interno dell’impianto ancora in movimento.
I PRECEDENTI
Uno choc considerati i precedenti come quello che ha tenuto chiusa la fermata di piazza della Repubblica per 246 giorni, dopo il cedimento del 23 ottobre 2018 con 24 tifosi russi del Cska Mosca feriti, oppure quello che ha provocato l’interdizione della stazione Barberini, ora in funzione solo in uscita, fino alla tragedia del 2003 alla stazione Tiburtina, quando una donna morì dopo essere finita negli ingranaggi. I tecnici dell’Atac, che ha aperto un’inchiesta interna, sono subito intervenuti a Furio Camillo per bloccare l’impianto e avviare tutte le verifiche del caso. Poco più di quarantotto ore prima, il 7 febbraio, l’azienda aveva reso noto di aver collaudato con successo proprio un impianto nella fermata Furio Camillo. Ora resta da capire se si faceva riferimento a quella che si è poi guastata o meno.
LE REAZIONI POLITICHE
“È l’ennesimo grave guasto in una città che in questo è già da record”, ha spiegato Luca Di Egidio, consigliere di Italia Viva del VII municipio, precipitatosi sul posto, ”Una ennesima presa in giro, considerato il collaudo annunciato. L’amministrazione si dimetta per incapacità”. Nella stessa giornata l’assessore ai trasporti di Roma Pietro Calabrese aveva esultato su Facebook. ”Una vittoria su tutta la linea. Il ricorso presentato da Agcm contro la proroga del contratto di servizio ad Atac fino al 2021 è stato respinto. Il Tar ci ha dato ragione ancora una volta. Questa è l’ennesima conferma della legittimità delle scelte che sostenemmo nel 2017 per avviare il piano di concordato, nel pieno rispetto delle regolamentazioni europee. Una lezione ai ”gran capaci” del passato. O la conferma” ha aggiunto con orgoglio ”dell’ottimo lavoro svolto dalla Sindaca Raggi, Giunta e Consiglieri M5S”. ”I giudici” ha continuato Calabrese, ”sono stati chiari, non solo hanno dichiarato inammissibili tutti i rilievi del ricorso, ma hanno anche legittimato in pieno il principio di base con cui fu sostenuta la delibera: la continuità di servizio. Infatti c’era chi ne sosteneva l’interruzione, ma hanno perso ancora una volta”.