Il peso del risultato conquistato dai ragazzi e dalle ragazze del collettivo RED LAB del Quarticciolo è massimo. Nei giorni scorsi infatti la palestra popolare ha ottenuto l’assegnazione formale dei locali delle ex caldaie dei lotti Ater per 12 anni rinnovabili. I locali, abbandonati da decenni, sono stati occupati e recuperati dagli abitanti del quartiere che hanno trasformato in meno di un anno uno spazio abbandonato e fatiscente in una palestra popolare e uno spazio di aggregazione sociale accessibile a tutti. “La palestra nasce nel 2015, quando abbiamo occupato questo spazio per costruire un luogo per i ragazzi della borgata – spiega Emanuele Agati, tecnico della palestra popolare- Essendo la borgata un posto con diverse problematiche ci sembrava che uno spazio abbandonato da oltre vent’anni dovesse essere messo a disposizione della Comunità piuttosto che restare in stato di abbandono. Erano usciti diversi articoli sulla palestra: a seguito di un reportage pubblicato nella sezione “La città che resiste” di Repubblica, abbiamo ricevuto una telefonata dalla Presidenza della Regione: a quel punto è iniziato il percorso per l’assegnazione della palestra. Prima hanno valutato se l’esperienza era valorizzabile- spiega- dopodiché ci hanno messo in contatto con Ater, e ad oggi abbiamo firmato un pre-contratto che interrompe il debito e ci legittima a stare qui”.
La palestra popolare
Sono un centinaio i giovani che frequentano la palestra popolare e che, in questo spazio, hanno trovato una dimensione dove è possibile creare relazioni positive, socialità, educazione al rispetto reciproco, dove vengono valorizzate e rinforzate le capacità individuali e l’autonomia all’interno della collettività. “Una generazione sta crescendo dentro la palestra: questo significa crescere in un ambiente dove si devono rispettare dei valori; ogni giorno discutiamo con i ragazzi che frequentano la palestra e che fuori vivono una realtà spesso diversa – racconta Emanuele del collettivo RED LAB- Alcuni ragazzi hanno delle difficoltà e tendono ad essere emarginati a scuola e nel quartiere, mentre qui sono degli eroi perché le loro capacità vengono riconosciute e valorizzate”.
Il contributo dei cittadini
Significativa la ricaduta positiva anche sul territorio, che ha visto i cittadini partecipare attivamente al processo di ristrutturazione e messa in sicurezza dei locali, fino alla realizzazione della palestra: “L’anno in cui abbiamo rimesso a posto lo spazio è stato durissimo- racconta il Collettivo- L’ aiuto e la partecipazione dei cittadini del quartiere sono stati fondamentali: dovevamo raccogliere i fondi per rimettere a posto lo spazio, venire a lavorare qui dopo gli orari di lavoro: c’era chi staccava dal cantiere e veniva a dare una mano un’ora in più, chi ci portava il caffè, chi da mangiare o ci consegnava i sacchi; la palestra così è diventata un punto di riferimento e un luogo di aggregazione e socializzazione per l’intera borgata. Ciascuno ha fatto la sua parte ed ognuno ora si sente parte della palestra stessa”. Per i ragazzi del Collettivo l’assegnazione della palestra rappresenta un passo fondamentale tra i tanti da percorrere ancora. È un risultato significativo non solo per il Quarticciolo ma per tutta la periferia che non si arrende e vuole riscattarsi, invertendo il processo di desertificazione sociale e culturale in atto. “Dalla borgata per la borgata” è il motto ma soprattutto una pratica costante che trova spazio nella palestra popolare, piena di colori, bandiere, coppe, targhe e, su una parete, la foto di Alì che, come i ragazzi del Quarticciolo, ha portato sul ring la lotta per la giustizia sociale “correndo sulla strada, molto prima di danzare sotto le luci”.
Francesca Zaccari