è stato ufficialmente consegnato dalla Congregazione delle Suore Elisabettiane Francescane al Municipio VII, diventando quindi a tutti gli effetti di proprietà del Comune di Roma, il centro polifunzionale di via Siderno all’Appio Claudio. Una struttura, la seconda “casa di quartiere” del Municipio VII dopo quella di Osteria del Curato, che sarà a disposizione di tutti i cittadini per attività sociali, culturali e sportive gratuite e che ospiterà al suo interno anche un Centro Anziani che presto sarà istituito dal Municipio stesso. “Si completa la procedura per la realizzazione di un’opera pubblica collegata al progetto pubblico unitario denominato “Appio Claudio” – fa sapere l’Assessore Capitolino all’Urbanisitca Luca Montuori – presto sarà inaugurato e a disposizione dei cittadini e del territorio che da tempo lo attendevano. Ottenere le chiavi per aprire un’opera finalmente conclusa è il passaggio spesso più difficile e che richiede più tempo e impegno. E’ un lavoro che parla di problematiche burocratiche, collaudi da effettuare dopo anni di lavori, non corrispondenza di promesse ai risultati raggiunti”. L’asilo nido nel Print Boccea nel Municipio XIII, il Centro polifunzionale Casale Prampolini nel Municipio V, il mercato di Pietralata nel Municipio IV e adesso il centro polifunzionale di via Siderno: “Alcuni esempi – aggiunge Montuoti – a cui a breve ne aggiungeremo altri, di grandi risultati perché si tratta di servizi attesi da anni ottenuti grazie al dialogo e all’ascolto dei territori, alla determinazione dei Presidenti e degli Assessori dei Municipi, all’impegno con cui quotidianamente sollecitano procedure e atti”. “Sono risultati – chiosa l’Assessore – frutto di un grande lavoro quotidiano, di carte, riunioni, sopralluoghi, verifiche di atti lontani nel tempo, opere da completare, promesse mai mantenute, e testimoniano della necessità di tenere alta l’attenzione su interventi non di grande impatto mediatico, e per questo non sempre oggetto di politiche invece alla ricerca della notizia da prima pagina, ma da cui dipende la qualità diffusa e il diritto alla città di un territorio vasto che deve vivere non dell’eccezionalità, ma di una quotidianità che garantisca la possibilità di avere servizi di prossimità, spazi civici, luoghi di scambio, apprendimento e cultura, che permettano alle tante realtà che compongono il corpo dell’area metropolitana di godere dei diritti che garantiscono la pari qualità dell’abitare di tutti i cittadini”
08/12/2019