L’opera di rifacimento del piazzale è finanziata con 15 milioni del Giubileo. I lavori, eseguiti dal Dipartimento Csimu di Roma Capitale, sono iniziati lo scorso mese di aprile.
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Il sindaco Roberto Gualtieri nei giorni scorsi ha effettuato un sopralluogo al cantiere.
Presenti al sopralluogo erano anche Ornella Segnalini, assessore ai Lavori pubblici di Roma Capitale, Mirella Serlorenzi della Soprintendenza Speciale di Roma, Monsignor Rino Fisichella, Delegato da Papa Francesco all’organizzazione del Giubileo, oltre a Luciana Arcuri, ingegnere responsabile dell’intervento del Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici, e Simona Morretta, responsabile scientifico dello scavo archeologico della Soprintendenza.
È stato riferito che i lavori di sistemazione della nuova piazza pedonale di fronte alla Basilica di San Giovanni in Laterano proseguono come da cronoprogramma. Si arriverà al completamento prima dell’apertura della Porta Santa.
Aree verdi e fontane a raso di fronte la Basilica di San Giovanni in Laterano
Il cantiere interessa una superficie di circa 18mila metri quadrati.
Prevede il rifacimento della pavimentazione con una particolare attenzione al mantenimento del verde pubblico e alla sostenibilità ambientale. Sono infatti previste aiuole dotate di impianto di innaffiamento automatico e fontane a raso per contrastare le isole di calore.
La nuova piazza antistante San Giovanni in Laterano sarà caratterizzata da una superficie pavimentata continua. Sarà intervallata da dodici specchi d’acqua, da aree a verde a terra e da panche monolitiche in travertino.
L’assessora Segnalini ha dichiarato che il cantiere restituirà ai romani una piazza completamente rinnovata e fruibile che contribuirà a valorizzare la Basilica di San Giovanni.
Il piazzale di fronte la basilica finora è stato utilizzato in particolare come teatro del grande evento del 1° maggio. Sostanzialmente però è poco vissuto dai romani. Segnalini spiega che il nuovo assetto, con aree verdi e fontane, renderà la piazza uno spazio urbano vivibile.
Un particolare sistema di irrigazione farà in modo che le aiuole ricevano l’acqua necessaria. L’intervento prevede inoltre la creazione di una vasca di laminazione che raccoglierà l’acqua piovana. Il serbatoio proteggerà dagli allagamenti e conserverà la risorsa.
Proprio la realizzazione del sistema di fontane e di irrigazione rappresenta una delle sfide più complesse. Lo ha dichiarato l’ingegnera Luciana Arcuri del Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici:
«Dal punto di vista tecnico la sfida principale è relativa alla realizzazione delle parti ‘invisibili’ ovvero tutte le opere propedeutiche al funzionamento del sistema di fontane; la corretta gestione delle acque superficiali, anche in occasione delle famigerate bombe d’acqua; la cura dei particolari come il posizionamento degli ugelli delle fontane a raso al di sotto del piano di calpestio o il sistema di irrigazione delle parti a verde».
Importante scoperta archeologica costringe a modificare il progetto
Nel corso della prima fase di lavori sul piazzale antistante la Basilica di San Giovanni in Laterano sono emersi alcuni ritrovamenti archeologici.
Si tratta in particolare strutture murarie databili tra l’VIII ed il XIII, forse riconducibili al “Patriarchio”, ovvero l’antica residenza del patriarca cristiano di Roma (il papa) fatta costruire dall’imperatore Costantino. Il palazzo del Laterano venne infatti costruito proprio al posto del più antico Patriarchio costantiniano, fatto demolire da papa Sisto V alla fine del XVI secolo.
In considerazione dei reperti, è stato necessario modificare il progetto. Sono state quindi studiate nuove soluzioni che uniscono la realizzazione della sistemazione esterna e la tutela dei beni archeologici rinvenuti.
In accordo con la Soprintendenza Speciale di Roma, a seguito della documentazione effettuata dagli archeologi, i lavori proseguono. I reperti trovati saranno protetti con geotessuto e con 20 cm di materiale inerte per segnalare la presenza di strutture e infine ricoperti. Non è stata ravvisata la necessità di spostarli.
A causa dei rinvenimenti archeologici, è stato necessario modificare il sistema impiantistico a servizio delle fontane a raso previste. Verrano ridotti alcuni giochi d’acqua, ma non il numero di specchi di acqua previsti.
In particolare, è stata stabilita la riduzione e il riposizionamento della vasca ipogea, con la conseguente totale modifica dei relativi impianti. Questo accorgimento è stato necessario affinché non vi siano interferenze tra il nuovo impianto e le preesistenze archeologiche.
La valorizzazione dei resti archeologici scoperti
Per il sindaco Gualtieri questo ritrovamento non va considerato come un incidente, semmai come un regalo, poiché è un ritrovamento di grandissima importanza.
il sindaco ha spiegato che verrà fatta la ricostruzione in 3D di quello che si è trovato al fine di valorizzare i reperti e raccontare un pezzo di storia di Roma. I lavori su piazza San Giovanni comunque proseguiranno per arrivare in tempo al Giubileo e all’apertura della Porta Santa.
In futuro, grazie alle conoscenze acquisite, Gualtieri auspica che si possa “riprendere a scavare e pensare ad esempio a una visitabilità sotterranea, senza far venir meno la piazza con il suo uso civico che è stata riprogettata proprio in questo senso”.
Il Patriarchio lateranense
Il muro di recinzione medievale scoperto durante i lavori di rifacimento del piazzale antistante la Basilica di San Giovanni in Laterano appartengono probabilmente al Patriarchio, l’antico palazzo papale.
La scoperta è stata una sorpresa, ha dichiarato l’archeologa della Soprintendenza Simona Morretta, poiché la struttura muraria era sconosciuta, non essendo stati mai condotti scavi archeologici estensivi in quest’area.
Il Patriarchio venne costruito per volere di Costantino nel IV secolo d. C. al posto della caserma degli Equites Singulares, la guardia a cavallo dell’imperatore che si era schierata con Massenzio.
Il Patriarchio consisteva inizialmente in una basilica monumentale, ma durante il Medioevo venne più volte ingrandito e ristrutturato e divenne la sede papale fino al trasferimento della sede ufficiale del pontefice ad Avignone nel 1305.
Il ritrovamento è di straordinaria importanza per la città di Roma e la sua storia medievale, poiché in epoca moderna non sono mai stati effettuati scavi archeologici estensivi nella piazza.
I ritrovamenti riconducibili al Patriarchio sono stati rinvenuti nella parte orientale dello scavo, per tutta la sua lunghezza. La parte finale del muro corre fin sul sagrato della Basilica.
Alla luce delle diverse tecniche edilizie riscontrate, la costruzione della struttura muraria è databile al IX secolo dopo Cristo ed è stata oggetto di diversi interventi di restauro e di ricostruzione fino almeno al XIII secolo. Il muro è costituito da grandi blocchi di tufo, sicuramente reimpiegati da altre strutture non più esistenti.
Una cinta muraria a difesa della sede papale
L’ipotesi è che questo possente muro avesse la funzione di cinta difensiva del complesso della Basilica e dei palazzi annessi.
L’edificazione della struttura è infatti avvenuta durante un lungo periodo di tempo in cui Roma era oggetto delle razzie dei saraceni e agitata dalle lotte interne tra le famiglie aristocratiche che rivendicavano l’accesso al soglio pontificio.
Dopo la cattività avignonese, in seguito al rientro a Roma dei pontefici e al trasferimento della sede papale in Vaticano, venne a cadere la necessità di avere una struttura a difesa del Patriarchio. Di conseguenza, il muro perse di funzionalità e venne demolito e interrato, e di esso si perse ogni memoria.