UDU: LE PROTESTE DEI GIORNI SCORSI
Camilla Piredda, coordinatrice nazionale UDU, e Simone Agutoli, responsabile della questione abitativa UDU, hanno presentato — nel corso di una conferenza stampa tra le mura della redazione del mensile “Scomodo” — i dati raccolti in merito alla difficile condizione economica vissuta dagli studenti fuorisede in Italia. I dati arrivano dopo settimane di proteste e flashmob portati in molteplici piazze italiane. L’ultima mobilitazione – lo scorso 17 ottobre — ha portato gli studenti a piantare le loro tende in Piazza Montecitorio, dove avevano chiesto un incontro con la maggioranza politica del Paese.
“Abbiamo chiesto un incontro con la maggioranza e con il Governo, per discutere del caro affitti e del caro studio — spiegava al tempo Camilla Piredda — Per ora, la maggioranza non sembra interessata ad avere un confronto con noi, ma non ci arrendiamo e siamo pronti a dormire davanti alla Camera dei deputati, se necessario, finché non avremo un incontro con Bernini e Valditara. Chiediamo soltanto di aprire un confronto in vista delle Legge di bilancio e delle prossime fasi del PNRR. I Ministri competenti accettino di aprire un tavolo con gli studenti e non si chiudano nei palazzi”.
EMERGENZA FUORISEDE: IL REPORT
I dati in merito alla vita dei fuorisede italiani esposti oggi da Piredda e Agutoli raccontano una realtà dominata da generali costi insostenibili, difficoltà nel trovare alloggi, discriminazioni e contratti di affitto in nero. “In media una stanza singola costa 350€ al mese – racconta Agutoli — a cui aggiungere circa 80€ di bollette e spese condominiali. I record negativi spettano a Milano dove si paga in totale 650€ in media per una camera singola, seguita da Bologna e Roma sui 500€. Sono cifre assurde, dovute a un’offerta che non regge il passo con la domanda e che sono quasi impossibili da sostenere per una famiglia media”.
L’emergenza fuorisede porterebbe all’inevitabile rinuncia agli studi per molteplici studenti italiani. “Molti studenti rinunciano a studiare — spiega Agutoli — per i costi eccessivi, le condizioni degli alloggi e la carenza di soluzioni. E chi decide di trasferirsi lo stesso si orienta sempre di più verso la camera doppia, con uno studente su quattro che oggi vive in una camera doppia. Il picco del 50% si trova a Venezia, seguita da Milano, Brescia, Trento e Bologna. L’1% sta addirittura in tripla. Il risparmio è comunque minimo, circa il 20% in meno rispetto alla camera singola ed infatti il 30% degli studenti ci dice di essere in grave difficoltà economica ad arrivare a fine mese per via delle spese legate all’alloggio”.
EMERGENZA FUORISEDE: AFFITTI IN NERO E DISCRIMINAZIONI
Ad incrementare le difficoltà vissute dai fuorisede italiani anche lo spettro degli affitti in nero, con il 5,5% circa di studenti senza un contratto di locazione. Il primato negativo in questo senso appartiene a Napoli, dove un studente su quattro risulta essere privo di contratto scritto. Seguono Catania, Benevento e Palermo sopra al 15%. “Se aggiungiamo anche le irregolarità parziali – spiega Agutoli — come cifre non concordate espressamente dal contratto, stimiamo che la percentuale nazionale di contratti irregolari superi il 10% a livello nazionale”. Un altro dato allarmante è quello delle discriminazioni, “il 13% di universitari fatica a trovare alloggio per motivi legati al genere, il 4% per razzismo”, spiega infatti Agutoli.
LE PROPOSTE UDU E L’INCONTRO CON LA MINISTRA BERNINI
Per far fronte all’Emergenza Fuorisede, l’Unione degli Universitari ha elaborato quattro proposte che verranno sottoposte alla Ministra dell’Università e delle Ricerca, Anna Maria Bernini, il prossimo 30 ottobre. Le quattro proposte prevedono innanzitutto un fondo di 100 milioni a sostengo degli studenti fuorisede, e interventi sulle borse di studio, con almeno 300 milioni, così da aumentarle e garantirle a tutti gli studenti idonei. Tra le proposte avanzate vi sarebbe anche un intervento sulla leva fiscale e sulla regolamentazione, così da limitare, disincentivandole, le locazioni brevi turistiche, il canone ordinario e lo sfitto.
L’ultima richiesta avanzata prevede un piano di investimenti in alloggi pubblici. “Abbiamo denunciato – spiega Piredda – insieme alla CGIL e al SUNIA come i finanziamenti europei stiano andando principalmente su alloggi privati, i quali possono arrivare a costare anche mille euro al mese. Crediamo invece che il PNRR debba andare a garantire posti letto accessibili anche agli studenti più bisognosi. Su questo non ci arrendiamo e chiederemo conto del lavoro svolto dal Governo all’incontro con la Ministra Bernini”.
M5S, ANTONIO CASO: “NOI CI SIAMO”
Alla conferenza stampa dell’UDU era presente, tra gli altri, anche il deputato del Movimento 5 Stelle Antonio Caso. “Quello che stiamo rilevando – spiega Caso – è che l’opportunità del Pnnr rischia di essere uno spreco. Ci servono posti letto che garantiscano il diritto allo studio e il privato non lo garantisce. La ministra Bernini continua a raccontare che ci sarà diritto allo studio, ma nella pratica non c’è, stiamo creando alloggi che seguono la logica di mercato e che quindi riproporranno i prezzi che abbiamo visto essere insostenibili. Quindi bisogna continuare, lo state facendo egregiamente. Da parte nostra, come M5s, ribadisco la volontà di continuare a collaborare e portare tutte le battaglie che state facendo fuori anche all’interno, così come abbiamo fatto in questo primo anno di legislatura. Noi ci siamo, ma soprattutto è importante che ci siate anche voi”.