LA ASL ROMA 1 – Dei 37 padiglioni che una volta accoglievano i pazienti psichiatrici, trasferiti entro il 1999 in strutture territoriali della AslRm1, circa la metà è già adibita a funzioni sanitarie gestite dall’azienda sanitaria, altri giacciono abbandonati all’incuria, con le vetrate rotte, le mura cadenti e mini discariche con mobilio e rifiuti ingombranti giacenti a terra.
IL PROTOCOLLO D’INTESA – Lo scorso febbraio la Giunta Capitolina ha approvato il Protocollo di intesa con Regione Lazio, ASL, Città Metropolitana e Municipio XIV per il proseguimento degli interventi di riqualificazione del comprensorio e del relativo patrimonio immobiliare. In pratica si tratta del rinnovo del protocollo firmato dagli stessi enti nel 2018. “Il protocollo nasce per assicurare la prosecuzione della riqualificazione del complesso attraverso la realizzazione degli interventi previsti, garantire la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini e valorizzare la sinergia istituzionale tra tutti gli attori coinvolti, anche attraverso l’accesso a specifici bandi del Pnrr.”, si legge in una nota di Roma Capitale.
I FONDI DEL PNRR – “Un accordo importante – ha affermato l’Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Veloccia – perché permette di proseguire il percorso di sinergia tra le varie istituzioni per il recupero e la valorizzazione dell’ex ospedale psichiatrico che sta diventando una vera e propria città pubblica del benessere, con servizi socio-sanitari, spazi di cultura e di aggregazione e sedi di servizi pubblici. Con le risorse del Pnrr anche Roma Capitale farà finalmente la sua parte, contribuendo alla riqualificazione di diversi padiglioni e alla sistemazione dello straordinario parco monumentale, restituendo un gioiello alla città di Roma”.
MA LE ASSOCIAZIONI DEI CITTADINI CHIEDONO ALTRO – Di tutt’altro parere le associazioni cittadine che da anni si battono contro il riuso socio-sanitario dei padiglioni dell’ex nosocomio. Infatti, secondo i piani della Regione, saranno 28 i padiglioni destinati a funzioni sanitarie, mentre i cittadini chiedono strutture socio-culturali, secondo le linee della delibera comunale del 2015. “Il nuovo Protocollo non fa altro che confermare le decisioni di tre anni fa, in sostanza la cessione di gran parte del Complesso alla gestione esclusiva della ASL RM1 – spiega a Il Caffè Massimiliano Taggi del Comitato “Si può fare” – la nuova Giunta sembra voler rinunciare alle proprie prerogative di pianificazione previste dal PRG e, soprattutto, mandare al macero la Delibera di Indirizzo votata nel 2015 dall’Assemblea Capitolina che prevedeva un uso socio-culturale prevalente del comprensorio. Chiediamo dunque alla Giunta di destinare ad attività socio-culturali pubbliche i padiglioni di proprietà regionale che il Protocollo affida alla ASL RM1 (pad. 17,19,21,28); il recupero della funzione turistico ricettiva dei 5 padiglioni ad essa finalizzati dal finanziamento del Giubileo 2000 e la gestione Comunale del Parco in un ottica di Parco Pubblico Pedonale. Invochiamo l’avvio di un confronto partecipativo “vero” che possa contribuire a determinare materialmente il futuro Progetto Urbano e fare del S.Maria della Pietà una vera Centralità Urbana al servizio della città”. Circa un anno fa il Tar ha rigettato la richiesta di annullamento della delibera regionale del 2016 che assegna all’Asl RM1 25 padiglioni, avanzata dal Comitato insieme ad alcune associazioni.