Completamente scoperto il reparto di Neuropsichiatria Infantile della Asl Roma 3, che ormai da anni tende a offrire un inadeguato servizio di assistenza a tutti quegli studenti con disabilità cognitiva che vivono il suo territorio di competenza. La problematica è stata portata alla luce dagli insegnanti e dai genitori di ragazzi disabili nella zona, in una situazione ormai divenuta insostenibile all’interno delle scuole. Una criticità ben espressa anche dalla stessa ASL Roma 3 che in una mozione del 07/02/202 segnalava all’ex Commissario Straordinario la mancanza di operatori nel servizio di “Tutela Salute Mentale e Riabilitazione Età Evolutiva”: 6 neuropsichiatri infantili; 10 psicologi; 20 terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva; 30 educatori professionali; 12 infermieri; 20 assistenti sociali 6 sociologi; 21 amministrativi e 12 commessi.
LE CRITICITA’ RISCONTRATE DAGLI INSEGNANTI – “Per noi insegnanti i neuropsichiatri sono assolutamente fondamentali, sia per la redazione dei documenti che per le valutazioni sullo stato degli studenti disabili – ci confessa una docente che lavora nel territorio di Ostia – in una scuola del X Municipio, da anni stiamo facendo valutare 3 bambini: oggi questi studenti sono in quinta elementare, per via delle lunghe liste d’attesa del TSMREE. Se è fortunato, un ragazzo viene valutato dopo un anno, sennò si arriva addirittura ad anni dopo per la redazione delle valutazioni. Una condizione che ci rende difficile prendere in carico questi ragazzi: così non si sa se hanno bisogno di logopedia; terapia cognitivo-comportamentale; addirittura psicofarmaci per poter stare calmi e poter entrare in inclusione col gruppo scolastico. Situazione che purtroppo si traduce in episodi di violenza da parte di questi ragazzi: solo nella mia scuola abbiamo tre bambini autistici non verbali. Ragazzi che per il loro stato, hanno una violenza inaudita, tanto che a uno di loro hanno effettuato il TSO. Due di loro non sono seguiti, non prendono gli psicofarmaci di cui avrebbero bisogno e sono piantonati nelle ore scolastiche dagli OEPA. Per questi studenti non c’è nessun progetto. Non c’è un piano, perché manca la concertazione con la ASL. Per l’assenza della ASL, noi con tanti studenti proviamo a fare percorsi che si basano sulla nostra esperienza e i nostri studi, ma oggettivamente sarebbe tutto più comodo con un’analisi del neuropsichiatra, ovvero un lavoro di Unità di Valutazione Multidisciplinare. Gruppo che si dovrebbe riunire tre volte l’anno ed è obbligatorio. Allo stato attuale, tutto ciò è fermo”.
LA TESTIMONIANZA DI UNA MAMMA – “Sono una mamma con due figli che hanno disabilità conclamata – ci racconta una signora del X Municipio – i miei figli erano in cura al TSMREE, ma ora non più perchè il neuropsichiatra che ci seguiva è andato in pensione e la ASL non ci ha ancora chiamato per darci un nuovo riferimento. Fino a oggi, solo col grande abbiamo fatto un test cognitivo al TSMREE ed è arrivato all’età di 17 anni. Per gli altri test come logopedia e la psicologa, abbiamo dovuto effettuare tutto a pagamento. Ci troviamo in una situazione spinosa, perché oggi non abbiamo nessuno che possa rilasciarci delle certificazioni: mio figlio deve fare la revisione per l’invalidità e la disabilità, trovandoci senza nessun riferimento. Tra l’altro, la relazione del neuropsichiatra dev’essere solo di un medico della Asl. Mio figlio per essere preso in cura dovette aspettare 6/7 anni. Oltretutto, i ragazzi vanno seguiti dal logopedista e una psicologa: facendo tutto in privato per i motivi espressi, spendo intorno ai 450 euro al mese figlio. Non avendo grandi disponibilità economiche e costretta a lasciare il lavoro per seguire i miei figli, non ho purtroppo la disponibilità per fargli seguire la terapia comportamentale”.
L’INTERROGAZIONE ALLA ASL DA PARTE DEL MOVIMENTO 5 STELLE – La situazione è stata presa in esame dal Movimento 5 Stelle, che è sceso anche in piazza il 17 febbraio per appoggiare la protesta di genitori e insegnanti sotto la Direzione Generale dell’ASL Roma 3. “Ho fatto una mozione sul problema, che è stata approvata all’unanimità nel Consiglio municipale del 17 febbraio – ci spiega Alessandro Ieva, consigliere del M5S nel X Municipio – attività che ha visto parallelamente svolgersi una raccolta firme, organizzata dai genitori dei ragazzi e il comitato promotore, per denunciare questa faccenda”.