I LIMITI DI UNA SOLA ENTRATA – L’unica entrata infatti non consente a molti cittadini di poter usufruire dello spazio naturale in questione. I Comitati fanno sentire la loro voce affinché venga rettificata la determinazione d’interdizione all’accesso a tutto lo stralcio dell’area del Canalone, misura che era stata posta in essere a seguito dei roghi di rifiuti. Le associazioni chiedono una limitazione del provvedimento d’interdizione alla sola area perimetrale del Canalone, così da consentire il libero accesso al tratto che congiunge Via di Centocelle, angolo Via degli Angeli, con la prima parte del Parco Archeologico della zona.
UN’INTERDIZIONE CHE DOVEVA ESSERE PROVVISORIA – Proprio a seguito degli incendi che nel gennaio 2017 interessarono il Canalone la Protezione Civile recintò tutto il secondo stralcio del parco e ciò di fatto non consentì l’uso alla popolazione. Si trattò di un impedimento volto alla tutela della salute pubblica. I Comitati evidenziano d’altro canto che l’interdizione doveva essere provvisoria dato che entro il marzo del 2017, in accordo con l’ordinanza della sindaca del 10 febbraio 2017, l’area in questione sarebbe dovuta essere bonificata. Le associazioni denunciano proprio la non avvenuta operazione di bonifica, sottolineando come dopo lo smassamento della grande mole di rifiuti, che avvolgeva lo spazio del secondo stralcio del PAC, non vi siano stati interventi di rimessa in pristino per quanto concerne la salubrità del suolo.
LE RICHIESTE DEI COMITATI – La richiesta dei Comitati di limitare il provvedimento d’interdizione al solo perimetro del Canalone consentirebbe l’accesso al PAC da Via di Centocelle, punto comodo per i residenti di Tor Pignattara e Quadraro Vecchio. I cittadini di queste zone, allo stato attuale dei fatti, hanno come unica porta di accesso all’area verde quella di Via Casilina 712. “Noi per il futuro porteremo avanti la bonifica del Canalone – spiega al Caffè Cristiana Trizzino, attivista del comitato Pac Libero – sulla questione del PAC e dell’unico ingresso abbiamo dedotto che è uno spreco di energie parlare con l’attuale giunta che ha uffici, come quello dei rifiuti, che neanche si presentano in una commissione ambiente. Noi abbiamo a cuore la ripartenza dei lavori e su questo tema abbiamo fatto sentire la nostra voce con manifestazioni, sit-in, flash-mob, partecipando a commissioni e conferendo documenti alla direzione rifiuti. Questo sta a significare che impiegheremo materialmente le nostre forze sul parco”.
UN AIUTO POTREBBE ARRIVARE DAI FONDI EUROPEI – La dinamica dell’unica e sola entrata ha anche ricadute sui ciclisti e sui pedoni che si ritrovano impossibilitati ad utilizzare il parco come punto di snodo e crocevia per una mobilità più fluida tra i quartieri che lo circondano (Centocelle, Tor Tre Teste, Don Bosco). Sulla questione PAC si sono pronunciati anche la consigliera regionale Marta Bonafoni e il consigliere Stefano Veglianti, quest’ultimo candidato alle primarie del centrosinistra per la presidenza del Municipio Roma V. I consiglieri auspicano in un’inversione di rotta che sia in grado di aprire il parco alla cittadinanza e di renderlo sicuro sul versante ambientale. Il tutto, secondo i consiglieri, potrà concretizzarsi soltanto cogliendo le opportunità, in numeri circa 500 milioni di euro, che l’Europa mette a disposizione per Roma.