In via Flavio Stilicone, zona Cinecittà, nel luogo di aggregazione sociale quale il salotto urbano di Don Bosco è stata installata una ‘capsula del tempo’ che ospiterà le testimonianze legate al periodo pandemico del Covid degli alunni della scuola media Cecilio Secondo, sita in Via Vestricio Spurinna.
LA CAPSULA DEL TEMPO – Il contenitore verrà aperto tra duecento anni e sempre in questo vi sarà spazio anche per oggetti fisici (penne a sfera e pendrive) che con il passare dei decenni verranno considerati desueti dalle generazioni future. L’installazione della capsula è frutto di un’iniziativa della Giunta del VII Municipio che, accogliendo un’idea del Consiglio Municipale, ha deciso di portare avanti la realizzazione del “grande contenitore di oggetti e ricordi”. Quest’ultimo è un vero e proprio arredo che sarà in grado di resistere agli atti vandalici in quanto è protetto con una gabbia di cemento fissata a terra la quale gli consente di “sopportare” lo scorrere del tempo ed eventuali barbarie.
DISEGNI, PENSIERI E OGGETTI DA OFFRIRE AI POSTERI – La capsula è da considerarsi una vera e propria memoria storica nella misura in cui gli alunni della scuola media la utilizzano per fornire ai posteri, attraverso disegni e pensieri, i duri mesi legati alla pandemia da Coronavirus. Dalle parole dell’Assessore ai Lavori Pubblici del Municipio VII, Salvatore Vivace, è emerso che l’installazione della capsula del tempo si sposa perfettamente proprio con il periodo Covid: “Come Giunta abbiamo seguito l’indirizzo del Consiglio del Municipio che aveva fatto un atto per incentivarci a realizzare queste capsule del tempo. Lo abbiamo fatto nel periodo Covid in quanto questo segnerà le generazioni che lo stanno attraversando”. La capsula è stata installata nell’area pedonale di Flavio Stilicone per una ragione di trasformazione e di riconfigurazione territoriale: “L’implementazione della capsula – ha aggiunto Vivace – è un esempio di come in pochi anni si possa trasformare un territorio e quindi stravolgere la vita sociale di un pezzo di città rigenerandola in un qualcosa di completamente diverso. In quell’area non si parcheggia e non si circola soltanto in macchina ma si manifestano delle situazioni di grande socialità, di sport e di compagnia”. Sempre secondo l’assessore, i ricordi lasciati e che verranno deposti dai ragazzi della scuola media Cecilio Secondo rappresentano “lo specchio” di un periodo storico che mai l’umanità aveva vissuto: “Paradossalmente siamo stati anche fortunati ad intercettare un periodo storico così incredibile e stravolgente che sicuramente verrà studiato sui libri di storia dalle generazioni future e noi, tramite la capsula, potremmo fornirgli una testimonianza”, conclude Vivace.
UNA ‘LEZIONE’ PER IL FUTURO – Secondo l’assessore alla Scuola del Municipio VII, Elena De Santis la scatola della memoria rappresenta, da un punto di vista didattico ed educativo, un’occasione per le generazioni più giovani di proiettare sé stesse in un futuro remoto che però rechi in sé le tracce del presente: “Il periodo che abbiamo vissuto con l’epidemia da Covid-19 ha rappresentato una discontinuità – ha spiegato Elena De Santis – quello che abbiamo voluto fare con il progetto di capsula del tempo è stato fornire un’opportunità affinché il cambio di paradigma, anche scolastico con la DAD, si trasformasse in oggetti simbolici e in eredità spirituale e materiale, tangibile ed intangibile che come bene culturale si trasmettesse alle generazioni future. I ragazzi e le ragazze con la capsula hanno anche delineato un mondo futuro in cui l’evoluzione tecnologica riesca a garantire il corretto equilibrio tra sostenibilità e progresso”.