LA NASCITA DEL COMITATO
Il comitato comprende associazioni del territorio e le parrocchie di San Bonaventura e di Santa Maria Regina Mundi che da anni hanno a cuore e combattono per la riqualificazione dell’intero quartiere. “Questo comitato nasce da un’azione collettiva di cittadini che fanno già cittadinanza attiva sul territorio – spiega al Caffè di Roma il Presidente Stefano Becchetti – un forum di associazioni (Comitato di Quartiere di Torre Spaccata, Comunità per il Parco Pubblico di Centocelle, Parchi Orti e Giardini di Roma Sud-Est e le parrocchie di San Bonaventura e di Santa Maria Regina Mundi) ha deciso di dare vita ad un soggetto giuridico che si occupasse della tematica inerente alla salvaguardia del Pratone. Noi vogliamo tutelare quest’area che, nell’attuale PRG del 2008, viene destinata alla centralità urbana di Torre Spaccata ed automaticamente indirizzata alle cubature”. “Vogliamo rilanciare il valore archeologico del Pratone lavorando per gradi – aggiunge Becchetti – innanzitutto la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio deve apporre vincoli al Pratone e fatto ciò sarà possibile immaginare una diversa struttura del PRG che sia in grado di destinare l’area in questione a verde pubblico. Desideriamo un parco archeologico che sia in continuità con quello di Centocelle”.
IL PRATONE DI TORRE SPACCATA
Il Pratone di Torre Spaccata è tutto ciò che rimane di non edificato dell’espansione di Roma verso Est verificatasi negli anni ’60 e ’70. L’area oggetto di tutela, situata nell’attuale Municipio VI tra Viale Palmiro Togliatti e Via di Torre Spaccata, si estende su una superficie compresa tra i 50 e i 60 ettari di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti la quale è soggetta, in ragione dell’edificabilità dell’area, ad un possibile insediamento edilizio. Nel tempo il Pratone ha subìto dei cambiamenti morfologici legati all’azione dei corsi d’acqua che dal settore dei Colli Albani confluiscono nell’Aniene portando alla formazione di piccole valli a debole pendenza, soggette a depositi alluvionali che si alternano a quelli piroclastici finali provenienti dal complesso vulcanico laziale.
GLI OBIETTIVI DEL COMITATO
Gli obiettivi del neonato comitato per la salvaguardia del Pratone sono principalmente sei, tra i quali figura la sollecitazione da avanzare alle istituzioni (Sindaca, Giunta, Consiglio Comunale e Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio) affinché queste continuino a portare avanti le richieste mosse dalla Commissione Cultura Capitolina e dai Consigli dei Municipi V, VI e VII, che prevedono di apporre vincoli di natura archeologica e paesaggistica sul Pratone. Poi vi è la volontà d’includere l’area del Pratone nella progettazione dell’Anello Verde in continuità con il parco archeologico di Centocelle, il tutto sfruttando il contesto di chiusura della cintura dei parchi del quadrante orientale di Roma. Il terzo obiettivo riguarda la sollecitazione all’Assessorato all’Urbanistica affinché includa il Pratone in una variante del Piano Regolatore Generale (PRG) destinandolo quindi a verde pubblico. Il comitato vuole anche provvedere ad indagare il territorio con particolare attenzione alle aree ancora inesplorate, ad individuare e a registrare i beni archeologici di maggior rilievo. Ultima “meta” dell’ente per la salvaguardia del Pratone riguarda la promozione di forme di progettazione territoriale partecipata, in accordo agli standard della Convenzione di Faro, che diano l’opportunità alla comunità di riprendere possesso in maniera legittima dell’area del Pratone, formalmente ad oggi inaccessibile in quanto proprietà privata.