Doveva essere la svolta ecologica di San Giovanni. Si è trasformata nell’odissea quotidiana di un intero quadrante di città. La nuova viabilità nel triangolo compreso tra via La Spezia, via Taranto e Largo Brindisi, annunciato dalla sindaca come “un esempio concreto di mobilità virtuosa”, ha prodotto un unico risultato tangibile. La rabbia di centinaia di residenti e autisti, resa evidente da una mobilitazione talmente accesa da aver costretto Virginia Raggi a capitolare dopo un sopralluogo proprio su via La Spezia.
LE MODIFICHE ATTESE DA FEBBRAIO
“Il cambio dei sensi di marcia non riesce a reggere il flusso di auto in arrivo” aveva ammesso a febbraio, annunciando modifiche. Ma delle quali, invece, non si vede ancora l’ombra. Tanto che non ne sa nulla nemmeno il VII municipio, come spiega la minisindaca Monica Lozzi. “Il progetto è del dipartimento Mobilità e non ci hanno aggiornato – conferma la presidente – personalmente sono sempre a favore delle pedonalizzazione ma, in questo caso, si dovevano studiare meglio le direzioni. Facendo un unico grande senso unico si è creata un’autostrada”.
UN PROGETTO DA RIVEDERE
“Auspico che si riveda il progetto dando seguito alle istanze venute dal territorio. È importante che l’asse stradale abbia passaggi per tutti. Sia per i pedoni che per le ciclabili e le automobili – spiega ancora la Presidente – se si ascoltano i cittadini modificando la viabilità secondo le loro indicazioni, è possibile a realizzare uno spazio vivibile. Con piccole correzioni, sono certa che si riuscirà a sistemare la viabilità al meglio. Mantenendo la pedonalizzazione ma, al tempo stesso, evitando che si realizzi un imbuto di macchine”.
MOVIMENTO 5 STELLE DIVISO
Correzioni che, però, potrebbero non arrivare proprio per l’opposizione della fronda interna ai 5stelle. La volontà della sindaca di rivedere il progetto, infatti, aveva fatto montare su tutte le furie il presidente della commissione Mobilità Enrico Stefàno, che aveva sentenziato : “Nella migliore delle ipotesi, la sindaca non legge le delibere e i progetti che le accompagnano prima di approvarli”. Non a caso Stefàno si è affrettato a specificare che l’unica novità introdotta dall’inizio delle proteste, ossia il doppio senso di marcia all’inglese su via Pozzuoli, era già previsto “per favorire le manovre locali”. Ad oggi, quindi, gli unici interventi effettuati si limitano ai semafori. Troppo poco per un cambio della viabilità che, nelle intenzioni dell’amministrazione, doveva rappresentare una rivoluzione. “Il progetto di largo Brindisi è collegato a quello della pedonalizzazione di viale Castrense, che spero avvenga il prima possibile – ricorda infatti Lozzi – ma, a questo punto, non credo entro la fine della consiliatura”.
UNA DEBACLE ANNUNCIATA
Una vera e propria debacle, per un progetto che si prefiggeva obiettivi ecologici. Ed ha invece ottenuto l’esatto opposto. Più macchine, quindi più smog. Riuscendo nell’ambizioso obiettivo di bloccare non solo la zona limitrofa a largo Brindisi. Ma tutto il quadrante di Porta San Giovanni, ripercuotendosi su un’ulteriore area già congestionata da un’altra modifica alla viabilità. Quella compresa tra piazza Lodi e al Pigneto, dove il cambio di senso unico ha creato un muro di macchine giornaliero. Risultato, chiunque cerchi di arrivare da via La Spezia a ponte Casilino è destinato a rimanere incolonnato all’infinito. Lasciate ogni speranza voi che entrate.