LO SGOMBERO DELL’EX LAVANDERIA
Occupato per 16 anni dall’associazione “Ex Lavanderia” che ospitava compagnie teatrali per le prove, feste per bambini, collaborazioni con associazioni di solidarietà e in un anno di pandemia ha svolto servizi di consulenza e sostegno alle famiglie in crisi, ospitando il magazzino di generi alimentari del Banco del mutuo soccorso “Nonna Roma” e distribuendo pacchi alimentari. “Sgombero avvenuto appena dopo l’annuncio dell’udienza del Tar, fissata per l’11 maggio, che deciderà sul ricorso presentato nel 2017 dall’Ex Lavanderia, dal Comitato Si può Fare, dall’Aresam e Arap: associazioni dei familiari dei pazienti psichici. E’ stata una rappresaglia.”, ha denunciato il portavoce Massimiliano Taggi.
IL PRONUNCIAMENTO DEL TAR
Il Tar è chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di annullamento della Delibera Regionale del 2016 che cede alla ASL RM1 ben 25 padiglioni destinandoli ad uso sanitario. Italia Nostra, CGIL, ARCI, hanno condannato lo sgombero partecipando alla manifestazione del 27 febbraio scorso svoltasi a Monte Mario per chiedere alla Regione Lazio la restituzione temporanea del Padiglione 31 all’Associazione Ex Lavanderia ed alla Rete territoriale di aiuto per l’emergenza Covid. Il Comitato “Si può Fare” ha chiesto “il ritiro di tutti gli atti di destinazione e affidamento degli edifici del S.Maria della Pietà, fino al pronunciamento del Tar sul Piano Regione/ASL e al completamento del percorso partecipato previsto dal Piano Regolatore”. Ed ancora: “l’approvazione della Legge Regionale presentata nel 2014 e firmata da 12mila cittadini, che chiedevano una distribuzione delle funzioni dei padiglioni, almeno in parte, ad uso socio culturale, la gestione comunale del parco del comprensorio e la riapertura dell’Ostello chiuso dalla ASL nel 2003, riassegnato nel 2015 senza la firma della concessione finale e ancora chiuso. Inoltre il ritiro dal Protocollo d’Intesa 2018; il totale rispetto del Piano Regolatore sul S.Maria della Pietà e della Delibera 40/2015 dell’Assemblea Capitolina che aveva destinato il Padiglione 28 ad attività culturali e indicato l’uso culturale e turistico-ricettivo come prevalente per il complesso di S.Maria della Pietà.”
LA CENTRALITÀ URBANA SANTA MARIA DELLA PIETÀ
Nel mirino il Protocollo d’Intesa 2018 per l’attuazione della Centralità urbana Santa Maria della Pietà, sottoscritto nel 2018 tra Roma Capitale, Regione Lazio, ASL Roma 1, Città Metropolitana e Municipio XIV. Il quale, secondo la Caritas, tenderebbe a trasformare l’ex nosocomio in un grande polo sanitario, riallocandovi anche strutture psichiatriche residenziali e semi residenziali, disattendendo la normativa nazionale. Attualmente “il Padiglione 7 ospita una Comunità degli anni 90 che doveva essere transitoria per gli ultimi pazienti che ancora non avevano trovato una sistemazione – riferisce Taggi – nel Pad. 9 c’è una Comunità sulla carta “riabilitativa” ma che è stata spostata dal Dipartimento Salute Mentale nel 2005 per aggirare la normativa. Nel Pad. 23 c’è il SERD (ex SERT) appartenente al DSM e nel Pad. 14, insieme al Centro di Neuropsichiatria infantile c’è una RSA geriatrica, in realtà composta da persone con disagio psichico che hanno raggiunto l’età per poter essere classificati geriatrici”.