UN’INSTALLAZIONE NON CONFORME AL REGOLAMENTO? – L’impianto radio è stato installato nonostante la contrarietà mostrata dai cittadini e dal IV Municipio attraverso opposizioni protocollate; in più la messa a punto della struttura radio sarebbe risultata non conforme al regolamento comunale che prevede l’implementazione dell’antenna a 100 metri dai luoghi sensibili, quali scuole pubbliche, asili nido, centri anziani, chiese e impianti sportivi. Casal Bruciato conta una superficie di 2,5 chilometri quadrati e 9 stazioni radio base.
LA RACCOLTA FIRME – Per la disinstallazione e il riposizionamento altrove dell’antenna di via Sandro Sandri, lo scorso luglio il comitato popolare di Casal Bruciato ha raccolto 700 firme prontamente consegnate alla commissione urbanistica del Campidoglio; Arpa, dopo l’invio delle sottoscrizioni, avrebbe dovuto compiere un sopralluogo per verificare le necessità di ricezione del segnale nella zona adiacente l’antenna, che legittimassero l’installazione della stazione radio base. Le verifiche di Arpa sono state viste come inefficaci dagli attivisti del comitato popolare in quanto non si sono incentrate sull’illegittimità della procedura di autorizzazione concessa alla compagnia telefonica per installare l’antenna.
LE RIMOSTRANZE DEL COMITATO POPOLARE – “Noi da subito abbiamo mostrato la nostra opposizione verso l’installazione dell’antenna di via Sandro Sandri e insieme a noi anche il Municipio ha esplicitato il suo disaccordo a riguardo – spiega Marcella, referente del comitato popolare di Casal Bruciato – in un articolo del regolamento comunale vi è una deroga la quale prevede che, in assenza di copertura di rete, l’impianto radio base può essere installato anche nelle vicinanze di zone sensibili ma ciò non riguarda il caso di Casal Bruciato. Ci troviamo a dieci minuti dalla Tiburtina e il montare l’antenna per un’assenza di segnale non mi sembra una cosa plausibile”. Sempre secondo Marcella, dietro il montaggio della stazione radio base vi è un conflitto d’interessi tra la scuola nella quale è stata installata l’antenna e la compagnia telefonica: “finora ha deciso solo l’ufficio tecnico del Comune – aggiunge Marcella – l’antenna è stata montata in pieno lockdown ma prima di questo fatto è stata redatta un’autodichiarazione presentata all’ufficio tecnico del Comune dal rappresentante legale della società. Il Municipio non sapeva di tutto ciò; le antenne vengono installate nel silenzio-assenso. Abbiamo rinviato mail, tutti i dettagli tecnici della storia e le firme a esponenti politici. È assurdo che la politica lasci margine di manovra ad organi tecnici”. La stessa ha tenuto a ribadire come l’ambito dei campi elettromagnetici sia legato alla precauzione: “non è possibile – conclude – che l’interesse del privato prevalga su quello collettivo. Manca la precauzione che dovrebbe esserci quando si parla di campi elettromagnetici. È la nostra Costituzione che riconosce tutto questo; il problema è che si fanno delle norme e poi non si è in grado di applicarle. L’antenna va delocalizzata anche per dare efficacia alle leggi vigenti”.