IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE – Nell’assemblea del 28 ottobre scorso con il Presidente del V Municipio e l’Ufficio Interventi Straordinari Edilizia ed Opere Complesse, gli Operatori avevano infatti ribadito che il piano di ristrutturazione, avviato alla procedura di gara il 31/12/2019, era stato pubblicamente respinto dai cittadini. Le modifiche “a saldo zero in termini di budget” proposte dal Comitato sono state ritenute fattibili dallo stesso Architetto dell’Ufficio Programmazione. “Nello specifico la richiesta è stata di non abbattere 4 stalli laterali ma centrali, in modo da creare il primo nucleo di una piazza centrale- spiegano gli Operatori- Questa soluzione è più aderente alla proposta formulata durante l’assemblea e formalizzata successivamente perché consente di realizzare un luogo di naturale aggregazione e potenziale sfruttamento per attività di sostegno alla vendita e potenzialmente ampliabile in ottemperanza del progetto valutato dagli operatori come più aderente alle esigenze del mercato”.
IL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE ALTERNATIVO – Lo scorso anno, infatti, era stato elaborato e depositato un progetto di riqualificazione alternativo a quello del Municipio, ritenuto carente sotto molti aspetti. “Cuore del progetto è la creazione di una grande piazza centrale all’interno del mercato- si legge nella proposta del Comitato- una sorta di ‘centro della polis’ che possa essere uno spazio commerciale autenticamente comunitario, aperto alla cultura, agli eventi, all’animazione sociale. Il progetto così concepito-specificano gli ideatori- si propone come strategico in una politica di riqualificazione generale di Tor Pignattara, creando di fatto un luogo di valorizzazione della natura storica, multiculturale, creativa dell’intero quartiere”.
IL DECLINO DEL MERCATO – Il mercato rionale di via Laparelli, inaugurato nel 2004, diede inizio ad un periodo fiorente per i commercianti ed il quartiere, valorizzato da una struttura completamente rinnovata e riqualificata. Negli anni successivi, però, l’avanzamento della crisi economica e l’aumento dei costi di gestione, portarono ad un lento e inesorabile declino, fino allo svuotamento quasi totale del mercato. Attualmente sono aperti solo 11 banchi su 46. Gli altri spazi restano vuoti e abbandonati. La riattivazione dell’intera struttura, arricchita di attività socio-culturali, costituisce la materia viva del progetto, propulsiva alla ripartenza di uno spazio innovativo, polifunzionale e multiculturale. Proposte potenzialmente attuabili, grazie ai previsti processi partecipativi.