Produzione del latte e consumi in calo nel Lazio, Marco Lorenzoni, presidente di Ariete Fattoria Latte Sano, racconta a Il Caffè come sta la filiera e le soluzioni del rilanciarla.
Presidente, come stanno il latte fresco e le aziende del territorio del Lazio?
“In questo momento stiamo affrontando gravi difficoltà collegate ad una serie di aumenti che si sono presentati tutti insieme: da un lato gli allevatori che devono fronteggiare i costi lato mangimi e concimi, dall’altro noi che nell’ambito della trasformazione della materia prima dobbiamo fare i conti con gli aggravi energetici oltre che con gli aumenti di tutte le componenti per il confezionamento e per il trasporto. Stiamo comunque facendo fronte comune con gli allevatori, come sempre è stato per la nostra azienda che, nascendo come azienda di allevamento, capisce bene le difficoltà che in questo momento devono affrontare alla stalla. Abbiamo aperto un tavolo di confronto continuo con tutti i Presidenti delle Cooperative, alzando il prezzo del latte alla stalla, da inizio anno, per ben 4 volte. Speriamo che tutte le risorse messe in campo e gli sforzi fatti sino ad ora consentano di mantenere inalterati i volumi produttivi degli allevamenti, garantendo la sopravvivenza della filiera del latte fresco locale”.
In particolare, quale è la situazione per gli operatori di settore a Roma, Castelli Romani e nel versante Pontino?
“La situazione è uguale per tutti gli operatori nella nostra regione, perché il problema come dicevamo è collegato ad aumenti dati dalla situazione generale, legati prima alla pandemia e poi alla guerra in Ucraina che hanno aggravato tutta la situazione. Non parliamo pertanto di criticità legate al territorio regionale ma ad una situazione collegata ad un contesto internazionale”.
Nella nostra regione il consumo del latte sarebbe calato del 10%. Che succede?
“Purtroppo il calo dei consumi è collegato al cambio di abitudini delle famiglie. In passato la colazione era un momento che riuniva intorno al tavolo tutta la famiglia che con calma prima di affrontare la giornata consumava una colazione in casa, momento di calma che ha lasciato il posto ad una colazione fugace consumata prima di uscire di casa; c’è inoltre da considerare in alcuni casi la “cattiva” informazione che viene fatta circa il consumo di latte che per alcune diete sembra bandito, quando invece, considerandolo da un punto di vista della nutrizione, è un apporto di calcio e vitamine fondamentale per tutte le età. I consumi sono di certo calati, sempre a causa della pandemia, per il fatto che molti esercizi commerciali quali bar, pasticcerie e ristoranti hanno subito chiusure e poi calo di lavori per mancanza di presenza turistica che non dimentichiamo essere fan del “cappuccino italiano”, questo di certo ha aggravato la situazione consumi. Ultima cosa da considerare sta nel fatto che il mercato ha accolto tantissime nuove tipologie di “bevande al gusto di …..” (latte di mandorla, di riso, soia) tutti prodotti nuovi che in alcuni casi vengono consumati come sostituti del latte, seguendo delle “tendenze” del momento, che in qualche modo hanno intaccato i consumi generali del latte vaccino, ma c’è una tendenza a mio avviso che sta muovendo in senso inverso al momento, perché si stanno riconsiderando tutti i benefici che il latte stesso apporta al nostro fisico”.
Quali le azioni per valorizzare questa storica eccellenza locale?
“Mi auguro fortemente che le istituzioni prendano in mano la situazione e si rendano conto dell’importanza di valorizzare il prodotto “Latte Fresco” e tutto quello che gira intorno e alla produzione, alla trasformazione e distribuzione dello stesso per consentire alle tante imprese che lavorano nel comparto di continuare a immettere sul mercato questa eccellenza. Noi dal canto nostro abbiamo appena fatto, ed è ancora on air, una campagna istituzionale di prodotto proprio a promuovere il latte fresco e tutta la filiera, la campagna ha uno scopo prima di tutto informativo e si prefigge l’obiettivo di “educare” verso il consumo di questo prodotto di eccellenza che è patrimonio del nostro territorio e che va difeso: il consumo di latte fresco locale diventa un investimento per noi che lo consumiamo ma proprio per tutta la filiera alla quale viene garantita la possibilità di produrlo, trasformarlo e distribuirlo. Inoltre nell’ottica del fronte comune con gli allevatori abbiamo proprio creato un “bollino” – FRESCO DI FILIERA A SOSTEGNO DEGLI ALLEVATORI DEL LAZIO – che è identificativo di quel prodotto che proviene dalle nostre campagne locali e che nel consumo trova il sostegno e l’investimento che garantisce anche un domani quel prodotto di eccellenza”.
Recentemente avete parlato di azioni sinergiche per tutelare la filiera latteario-casearia del Lazio. Può essere più specifico?
“Le azioni sinergiche a tutela della filiera nascono dal fronte comune che abbiamo fatto con gli allevatori e da questa campagna che abbiamo sovvenzionato direttamente, oltre ai vari interventi fatti a giornali, radio e TV sempre con l’obiettivo di far emergere queste criticità che hanno “invaso” il nostro settore e tutta la filiera che ha un forte bisogno di sostegno”.