UNA SITUAZIONE SURREALE – “Qui tutti gli impianti di salita e discesa sono fermi, in una situazione surreale che si sta presentando al centro di Roma – ci spiega Emanuele Iannuzzi di Fratelli d’Italia – parliamo di tre ascensori su tre disattivati e otto scale mobili su otto ferme. La linea ufficiale del Comune è quella di ‘lavori in corso’ su questi impianti: peccato che le manutenzioni indicate sui cartelli nei pressi della stazione sottolineavano come la fine di questi cantieri dovessero avvenire nel periodo di febbraio 2021”.
CITTADINI ESASPERATI – “Oggi siamo a ottobre 2021 – continua Iannuzzi – e stiamo ancora con questi mezzi fermi. Il disagio sta facendo esasperare ed infuriare tutti i cittadini, poiché per salire dalla banchina al marciapiede di piazza Bologna i pendolari devono farsi ben due rampe di scale mobili a piedi: praticamente tutti i giorni sono obbligati a salire 110 scalini per tornare a casa, magari stanchi e distrutti dopo una giornata di duro lavoro”.
L’ODISSEA DI CHI E’ COSTRETTO SU UNA SEDIA A ROTELLA O DEI GENITORI CON PASSEGGINI – “Le persone disabili, anziane o le mamme con il passeggino, vivono una vera e propria Odissea nello scendere a questa fermata della Metro B – ci racconta un utente della linea – ho provato a segnalare questi disagi ad Atac con delle pec, ma sinceramente nessuno mi ha mai dato retta. Impossibile anche segnalarlo ai dipendenti della stazione, perché spesso neanche sono presenti in questa fermata. Eppure, qui parliamo dello snodo PB1 dell’ATAC: tutti i giorni qui ci passano le persone che vanno a Rebibbia e anche quelli che con la metro devono arrivare a Conca d’Oro. Parliamo di una marea di cittadini. Mi lascia allibito l’atteggiamento degli operatori della stazione, assenti o rinchiusi nei gabbiotti all’entrata della fermata. Ma non li vedono questi guasti? Lavorando qui, non sentono l’esasperazione dei cittadini? Una Città come Roma non può vivere di scarichi di responsabilità tra Comune, ATAC e i gestori di questi impianti fermi: siamo una Capitale europea, la Città Eterna non fa una grande figura agli occhi dei propri cittadini, dei turisti e soprattutto dei numerosi fuorisede che vivono questo quartiere”.
L’AGGRAVANTE DELLE CHIUSURE DI CASTRO PRETORIO E POLICLINICO – “Ma le sembra normale – aggiunge l’utente interpellato dal Caffè – che nell’arco di due chilometri, il II Municipio veda ben tre stazioni chiuse? In un’area universitaria come questa da un anno stiamo con problemi a Bologna e le stazioni di Castro Pretorio o Policlinico chiuse. Atac per contenere il disagio ha introdotto le navette che partono da Termini: autobus che passano poche volte e puntualmente con ritardi pazzeschi sugli orari di programmazione. Ci sta un bus MB che considerare lento è riduttivo, tanto che paradossalmente da Termini si fa prima ad arrivare a piedi che prendendo il mezzo: il colmo. Sembra una storia di fantascienza, invece è la triste realtà dei fatti”.