UNA STORIA CHE PARTE DA LONTANO – La storia del Playground incompiuto va avanti da ben due giunte ormai. Nacque tutto durante l’era Marino. Con la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, Comune e Coni stipularono un accordo che prevedeva la creazione di aree pubbliche dedicate allo sport, diffuse in tutta la città e a spese dello stesso Comitato olimpico. “Attraverso un percorso partecipato fu scelta la cosiddetta ‘Polveriera’, una vera e propria terrazza sul Colosseo all’interno del parco di Colle Oppio – spiega l’assessore municipale alle Politiche per lo sport Emiliano Monteverde – caduta la corsa alle Olimpiadi, il Coni tenne comunque fede all’impegno. Con la nuova amministrazione ci furono alcuni rallentamenti, dovuti al fatto che sotto la Polveriera ci sono i resti delle Terme di Tito. Ci pensò l’Ente Parco Archeologico del Colosseo del ministero dei Beni Culturali a porre fine alla diatriba, spiegando che realizzare un’area pubblica attrezzata avrebbe preservato la zona dal degrado”.
LA QUESTIONE LEGATA ALLA MANUTENZIONE – Degrado che, invece, minaccia di tornare a causa della mancata manutenzione. “Avevamo concordato – aggiunge Monteverde – che se ne sarebbe occupata la ditta che avrebbe vinto l’appalto e che avremmo promosso un protocollo con scuole e associazioni sportive del territorio per la cura dello spazio. L’intento era realizzare un progetto condiviso. Un’area rimanesse aperta a cittadini ed enti”. Tutte realtà del luogo, tra le quali l’Esquilino Basket, l’associazione calcistica F.C. Colle Oppio, le scuole pubbliche Bonghi, Di Donato e Mazzini, il liceo Isacco Newton, la vicina facoltà di Ingegneria. “In base a quanto stabilito – sottolinea ancora l’Assessore – il Comune avrebbe dovuto assegnare la gestione a noi come Municipio contestualmente alla consegna dell’area da parte del Coni al Campidoglio. Ma in realtà non abbiamo più ricevuto comunicazioni dall’assessorato competente, né ci sono state date risposte alle nostre sollecitazioni via mail. A quel punto, abbiamo intrapreso la battaglia per aprirlo”. Una battaglia che ha visto in prima fila tutta la giunta municipale. Che ha più volte lamentato il rischio rappresentato dal fatto che i ragazzi entravano comunque nel Playground. “I giovani scavalcano le recensioni passando da un dirupo che potrebbe crollare – aveva spiegato la minisindaca Alfonsi – c’è un pericolo per la loro incolumità, oltre al rischio di non poter essere soccorsi per l’impossibilità di accesso dell’ambulanza”.
L’AGOGNATA APERTURA – A fine gennaio il Playground è stato finalmente reso accessibile, ma la storia infinita sembra non trovare ancora un epilogo. Superato il problema dell’apertura, è per la manutenzione che il I Municipio lancia oggi un appello. “Oggi è finalmente aperto, ma solo in parte. Oltretutto manca il secondo passaggio fondamentale, quello della manutenzione – spiegano dal I Municipio – abbiamo scritto via mail ma non abbiamo mai ricevuto risposta dall’assessorato capitolino. Nemmeno una conferma della presa in visione. Niente. Ciò che diciamo al Comune è molto semplice: il lavoro è stato fatto, il playground ora è attivo e pieno di giovani, non possiamo lasciarlo cadere nell’incuria. Dobbiamo pensare alla manutenzione. Se l’amministrazione centrale vuole occuparsene, bene, altrimenti la affidi a noi come da accordi. Al Comune chiediamo semplicemente di rendersi disponibile a discutere con noi di questa gestione condivisa del territorio. Per noi l’obiettivo non è mettere la bandierina ma manutenere il verde e renderlo disponibile per i cittadini”.