Uno spazio aperto e multiuso
“La cosa importante – è il parere del Presidente di Esquilino vivo – è che il centro che dovrà aprire abbia rispetto per la sua vocazione audiovisiva, considerando la sua storia e il contesto multietnico in cui è inserito”. “Quello a cui pensiamo – afferma al Caffè di Roma Letizia Cicconi di Esquilino in Comune – è uno spazio aperto e multiuso, con un cinema, una ludoteca, una libreria, e magari anche un punto ristoro. Come Esquilino in Comune saremmo dell’opinione di proporre che l’Associazione Apollo 11, diventata un punto di riferimento di qualità per l’intera città, potesse trasferire là il suo lavoro insieme a quello di altre Associazioni”. Il documentarista Agostino Ferrente, che dell’Associazione Apollo 11 (via Bixio 80/A) è il Presidente, le fa eco: “Ci auguriamo che il Comune, dopo averlo ristrutturato tenendo conto delle aspettative del Rione, faccia uscire un bando, come già successo per il Cinema Aquila o il Troisi, in cui tenga conto delle risorse esistenti salvando la vocazione culturale di quello spazio che in molti, freudianamente, chiamano Apollo 11”. E sottolinea: “Siamo consapevoli della difficoltà di reperire finanziamenti per la ristrutturazione, ma ci auguriamo che non vengano ri-coinvolti soggetti con ambizioni commerciali che investono nella ristrutturazione in cambio di un’assegnazione dell’immobile anche per 19 anni, senza alcuna garanzia di una reale offerta culturale e artistica nella sua destinazione d’uso. Bisogna cercare finanziamenti pubblici in sinergia tra varie istituzioni a partire dal Mibac, o comunque di soggetti senza finalità di lucro”.
No alle speculazioni
Del resto, l’Associazione Apollo 11 fu fondata nel 2002 proprio per contrastare la trasformazione dell’ex cinema liberty dell’Esquilino in una sala Bingo. “Nel 2001 – racconta Ferrente – raccogliemmo 5 mila firme convincendo il Comune a investire risorse per acquistarlo. In tutti questi anni però quello stabile meraviglioso era stato abbandonato allo stato in cui era, a causa di beghe legali e burocratiche. Nel frattempo ci siamo dati da fare, pagando regolarmente un affitto presso l’Istituto Galilei in un seminterrato abbandonato che abbiamo restaurato a nostre spese, dove realizziamo, da quasi venti anni e senza sostegni pubblici, presentazioni di libri, concerti, incontri, video-laboratori per le seconde generazioni, rassegne di cinema con tutte le comunità del posto, in sinergia con tante associazioni. Soprattutto siamo per tutti la Casa del Documentario”. E conclude: “Questo vorremmo continuare a fare all’Apollo, con un’offerta culturale (interculturale e internazionale) di qualità e aperta al territorio dalla mattina alla sera. E ovviamente servirà riqualificare anche l’area attorno e siamo felici che il Comune abbia almeno cominciato l’opera di bonifica dell’amianto”.
Elena Paparelli