La Presidente del Municipio I Sabrina Alfonsi ha partecipato a Portico d’Ottavia n.9 al primo degli appuntamenti per la posa delle nuove pietre d’inciampo, le Stolpersteine dell’artista tedesco Gunter Demnig create per ricordare i deportati dell’Olocausto e dislocate su tutto il territorio cittadino e in particolar modo nel Primo Municipio. Presenti la presidente della Comunità Ebraica Ruth Dureghello, l’ambasciatore Israeliano Dror Eydar e l’ambasciatore Tedesco Viktor Elbling, Ada Chiara Zevi (Arte in Memoria), e il coro della scuola Regina Margherita con il maestro Marco Valabrega. “L’inciampo – ha dichiarato la Minisindaca – non è solo un inciampo fisico ma mentale, spinge i passanti a interrogarsi e a chiedersi quanto sia accaduto in quel posto, in quel determinato giorno. Questo inciampo ha un nome e un cognome, ha una data di nascita e purtroppo una di morte. Un inciampo che costringe a immedesimarsi. Oltre 60.000 pietre installate dal 1995 ad oggi, per non dimenticare l’olocausto e per fare sì che un tale orrore non si ripeta mai più. Molte pietre sono sul nostro territorio. Tutte testimoniano una ferita collettiva, le atrocità nazifasciste, il razzismo, la violenza. Qualcosa di dissonante nel grigio dei marciapiedi, un luccichio che ti attrae e ti trafigge poi con la sua realtà”.
L’atto vandalico a Rione Monti
“La memoria, quando fa male, può essere insopportabile, soprattutto per chi nega ciò che è stato – aggiunge la Alfonsi – sono state rubate e divelte a Monti l’anno scorso le 19 pietre realizzate dall’artista Gunter Demnig, in memoria delle famiglie ebree Di Castro e Di Consiglio, deportate nei campi di sterminio alla furia nazista. Le abbiamo riposizionate, non smetteremo mai di farlo. Perché quando qualcuno ‘inciampa’ in queste pietre è costretto a fermarsi. Questo vuol dire che all’interno della nostra vita quotidiana ci soffermiamo a pensare. Incrociamo un monito, per tutti, per noi e per le future generazioni”. “È importante che la memoria non venga esercitata solo in alcuni momenti o commemorazioni ma tutti i giorni – ha concluso – camminando tra le strade dei rioni della nostra città. Penso alla posa della targa dedicata a Elio Toaff, pochi mesi fa, che rende il giusto riconoscimento a un grande uomo del dialogo. Dialogo e pace, strumenti per contrastare violenza e odio”.