L’intervento del Tar
Nata nel 1975 da un’occupazione ad opera di musicisti e jazzisti, la Scuola di musica popolare di Testaccio è cresciuta negli anni rivolgendosi fin da subito all’esterno. “Nel nostro caso specifico – prosegue il presidente -, per il momento sembra allontanato il rischio di uno sfratto perché il Tar non ha rifiutato il nostro ricorso, che avevamo presentato come tutti gli altri in seguito alle determine emesse dall’assessorato al Patrimonio nei confronti delle realtà destinatarie da anni delle assegnazioni dei locali del Comune. Ci è stata riconosciuta la nostra funzione all’interno del Mattatoio e il fatto che abbiamo avuto questa assegnazione perché eravamo già lì da tempo e rappresentiamo una realtà che fa parte di un progetto più amplio di riqualificazione di quell’area. In concreto, anche se non è stato bocciato, il nostro ricorso non è stato neanche accolto. Quindi ci troviamo in una situazione di limbo, in attesa del prossimo 19 febbraio quando incontreremo di nuovo il Comune, che ha dimostrato la volontà di venirci incontro”.
La valenza sociale della scuola
Oggi questa scuola ha valicato i confini di Testaccio raggiungendo una media di novecento iscritti all’anno. La peculiarità riconosciuta all’istituto, però, risiede nella sua valenza sociale. Non solo per il quartiere, ma per l’intera città alla quale offre due bande musicali che si possono frequentare gratuitamente, una mobile e con un repertorio di musiche balcaniche, l’altra più classica, da seduti, nella quale suonano spesso accanto nonni e nipoti. Alle bande si unisce il coro di mani bianche, anche questo gratuito.
La palla passa al Comune
“Speriamo vivamente che questa sensibilità venga confermata. Così come speriamo che si possa risolvere la situazione anche inerente alle altre associazioni, insieme alle quali stiamo portando avanti in maniera corale questa lotta contro gli sfratti e per l’attuazione di un regolamento che dia finalmente una sistemazione definitiva a tutti. O, in alternativa, una sospensiva di tutte queste attuazioni”. Negli anni Settanta Testaccio non era certo il quartiere alla moda di oggi, ma un’area con una forte identità culturale e tutta da riqualificare. L’istituto diretto da Nicoletti è stato parte attiva in questo percorso di rigenerazione, stabilendosi all’interno dell’ex Mattatoio, ristrutturandone i locali e la sala concerti e offrendo a tutti, esperti e non, la possibilità di suonare grazie all’iniziativa delle orchestre aperte. “Il caos che si sta verificando – conclude Nicoletti – non attiene solo a questa amministrazione ma anche al passato, quando si sono attribuite le concessioni senza dare veri e propri contratti di affitto alle associazioni che entravano in questi locali. È una situazione nella quale si uniscono responsabilità amministrative e ritardi, ma anche tante indecisioni”. Ora l’auspicio è che negli spazi dell’ex-Mattatoio risuonino ancora le note dei musici popolari.