Dove e quando
La mostra “Giuseppe Primoli e il fascino dell’Oriente” è stata inaugurata lo scorso venerdì 15 marzo al Museo Napoleonico di Roma. Si terrà fino a domenica 8 settembre 2024.
Si accompagna idealmente all’altro evento dedicato all’Oriente attualmente in corso a Roma, a palazzo Braschi, vale a dire “Ukiyoe, il mondo fluttuante. Visioni dal Giappone”, che presenta 150 capolavori dell’arte giapponese di epoca Edo, tra il Seicento e l’Ottocento.
La mostra “Giuseppe Primoli e il fascino dell’Oriente“
Al centro del percorso espositivo lo spettatore si troverà davanti una rara raccolta di 14 kakemono. Si tratta di strisce rettangolari di carta o tessuto di varia lunghezza da appendere in verticale raffiguranti soggetti classici della pittura giapponese quali fiori, rami con foglie e frutti, uccelli, gufi, gru, aironi, farfalle, paesaggi lacustri.
La particolarità che rende unica questa collezione risiede nella presenza di firme, dediche e componimenti autografi che poeti, scrittori e personaggi celebri orientali hanno apposto sulla superficie dei kakemono attorno agli anni Trenta del Novecento. Tra questi, per citarne alcuni, Guy de Maupassant, Émile Zola, Stéphane Mallarmé, Paul Valéry, Eleonora Duse, oltre a politici e numerosi esponenti delle case reali di tutta Europa.
Tali dediche derivano da un’abitudine da parte del conte primoli, che era solito chiedere ai frequentatori del suo salotto mondano di lasciare sugli spazi non dipinti dei kakemono un ricordo, una traccia o un pensiero a loro scelta. Si è venuto così a costituire negli anni un prezioso corpus di interesse storico e letterario, accanto a quello propriamente artistico dei dipinti.
Oltre ai kakemono, sono presentati in mostra circa 70 tra stampe, dipinti, manoscritti, disegni, incisioni, porcellane volti a raccontare il forte gusto e interesse per l’Oriente da parte del conte e della famiglia Bonaparte-Primoli, rivelando l’influenza che l’arte del Giappone ha esercitato sulla cultura e sul collezionismo europeo del tardo Ottocento.
Ad aprire il percorso, circa 30 fotografie di soggetto orientalista scattate negli ultimi vent’anni dell’Ottocento e nei primi anni del Novecento. Alcune di queste sono state realizzate personalmente dal conte, fotografo appassionato, considerato un pioniere della fotografia.
Tra le opere più prestigiose e rappresentative dell’intera collezione c’è La discesa delle oche selvatiche a Katata, un ventaglio di seta con dipinto un paesaggio nipponico.
Per le persone interessate ulteriori informazioni sono presenti nel sito turistico ufficiale del Comune di Roma.
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