IL PROGETTO E LA SUA STORIA
Agli esperti della Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza verrà assegnata la ripresa di un progetto che ha visto la luce già alla fine degli anni ’90, inserito – con alcune modifiche tecniche – nel Pums (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile). Il piano originario pensato per la tranvia TVA prevedeva una lunghezza di 8.319 metri, divisa in due tratte: da Termini a piazza Giureconsulti e da ponte Vittorio Emanuele II a piazza Risorgimento.
L’attuale affidamento del progetto al primo Ateneo di Roma “nasce dall’esigenza di ridefinire l’assetto di alcuni degli assi viari interessati dalla tranvia – spiega l’Assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè – in special modo per via Nazionale e Corso Vittorio. L’obiettivo è trovare soluzioni progettuali che permettano di inserire l’infrastruttura in maniera armonica all’interno di un progetto complessivo di riqualificazione che tenga conto di tutte le peculiarità architettoniche, storico-culturali, infrastrutturali, di mobilità e commerciali dell’area”.
CARPENZANO: “OCCASIONE INTERESSANTE PER ESERCITARCI A RILEGGERE LA CITTÀ”
Il dipartimento di Architettura dell’Università La Sapienza ha accolto l’accordo relativo alla tranvia TVA con entusiasmo. “La TVA ci chiede un coordinamento, e quindi anche un intervento sulla qualità che riguarda questo percorso – spiega, a Il Caffè di Roma, Orazio Carpenzano, Preside della Facoltà di Architettura dell’Ateneo – al quale noi abbiamo aderito. Consideriamo la tranvia come un tracciato privilegiato nella rete del trasporto pubblico. Prima di tutto perché la tranvia costituisce la traccia di un itinerario di qualità, per l’uso ma anche per la conoscenza della città, la sua sede è per noi l’occasione della realizzazione di sistemi di relazioni, anche complessi, e naturalmente anche l’istituzione di luoghi ad alto potenziale rivalutativo”.
“L’altra questione è quella di metterla in relazione con le altre reti di trasporto – continua – perché la tranvia non assolve solo un ruolo di carattere funzionale, ma anche di fruizione di comunicazione dei valori urbani, che normalmente sono sempre sconosciuti agli automobilisti, che non possono guardare la città mentre guidano, ovviamente”.
Nell’ambito della Facoltà di Architettura l’affidamento del progetto è stato interpretato come “un’occasione molto interessante per esercitarci a rileggere la città attraverso questo progetto”, come sottolineato dallo stesso Carpenzano. “Abbiamo appena firmato – conclude – chiaramente pensiamo che ci sarà un doppio sguardo: uno che guarda all’unitarietà dell’intervento, e l’altro che intreccia a questa unitarietà anche i tratti, perché poi ogni tratto ha anche una sua peculiarità, trovando anche delle soluzioni compatibili tra i progetti singolari e il progetto complessivo”.
IL COINVOLGIMENTO DI MUNICIPI E RESIDENTI
L’intento del Dipartimento di Mobilità di Roma Capitale, esternato anche nel sopracitato post social di Eugenio Patanè, è quello di coinvolgere Municipi, comitati, e associazioni di residenti. “Affidiamo all’Università La Sapienza lo studio di nuove soluzioni progettuali – conclude Patanè – anche allo scopo di garantire la partecipazione dei Municipi, dei comitati e delle associazioni dei residenti e dei commercianti affinché il nuovo assetto viario valorizzi gli esercizi commerciali, le tante attività storico culturali e ridefinisca architettonicamente la zona in modo da tutelare la pedonalità, migliorando la qualità dello spazio pubblico e le condizioni di sicurezza stradale che oggi appaiono critiche”.