LE CRITICITÀ DEL QUARTIERE
Il disservizio emerso in Via Ruggero Caputo, sarebbe solo l’ultimo di una serie di problemi che hanno riguardato la zona negli ultimi anni.
“Il quartiere è formato da due piani di zona – spiega Fabio Piccinelli, presidente del Comitato Ambiente e Tutela del Territorio – essendo un piano di zona la manutenzione compete in parte alla Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica del Comune di Roma. Abbiamo diverse criticità, pertanto siamo costretti ogni volta a chiedere una manutenzione che non viene fatta, e questa mancata manutenzione provoca appunto la caduta degli alberi e altro”.
Diverse le problematiche emerse nel tempo all’interno del quartiere.
“Ci chiamiamo Colle degli abeti perché abbiamo diverse abetaie che vorremmo vedere manutenute – continua Piccinelli – due anni fa sono state vittime di un incendio molto importante, almeno un paio di abetaie sono state devastate. Di questi alberi noi chiediamo la manutenzione, il ricambio, perché si tratta di alberi morti, e questo ne comporta la caduta”.
LA QUESTIONE DI VIA RUGGERO CAPUTO
Un anno dopo il crollo di due delle piante presenti ai margini di via Ruggero Caputo, la situazione appare invariata.
“Da allora c’è stato l’intervento dei vigili del fuoco, della polizia locale – spiega ancora Piccinelli – e ci siamo attivati come CDQ affinché venisse ripristinato il marciapiede come era in origine: abbiamo scritto lettere, diverse PEC, ci siamo confrontati con il Municipio – anche se non è competenza prettamente loro – che ci aveva garantito che entro qualche mese avremmo risolto. C’è un cantiere ancora aperto su un marciapiede, e in un caso impedisce addirittura il passaggio, per cui le persone sono costrette ad invadere il piano stradale di una via che è molto trafficata”.
LA PROTESTA
Di fronte al disservizio emerso in via Ruggero Caputo – che tuttora permane nel quartiere – i cittadini hanno deciso di inscenare un compleanno simbolico per il marciapiede divelto, “celebrando” – con palloncini, candeline, e bottiglie di champagne – l’anno trascorso dal giorno in cui è emerso il problema.
“Qualche giorno fa è trascorso un anno preciso – conclude Piccinelli – abbiamo inscenato un flash mob per attirare l’attenzione della stampa, e degli addetti ai lavori, contestualmente al flash mob abbiamo inviato l’ennesima PEC in cui ricordavamo che era passato un anno, che prima di quella ne avevamo inviate diverse, ma che nessuno si era mai attivato”.