LA CASA DELLA SOLIDARIETÀ
In uno dei locali c’è la proposta, valutata positivamente dalla Presidente Francesca Del Bello, di istituire una vera e propria Casa della Solidarietà. “L’idea delle Case della Solidarietà – racconta al Caffè di Roma Giuseppe de Marzo, Responsabile delle Politiche Sociali di Libera e Coordinatore Nazionale della Rete dei Numeri Pari – fa parte delle proposte che come Rete, quindi a nome di 106 realtà romane, abbiamo presentato al sindaco Gualtieri e all’Assessore al Patrimonio Tobia Zevi, visto che ci battiamo da cinque anni in città per il Regolamento sui beni confiscati che ancora nella Capitale mancava, e che – ricorda – è stato ottenuto grazie alle nostre lotte nella scorsa legislatura”. Strumento concreto per mettere in atto il Regolamento, è proprio il Forum cittadino sui beni confiscati alle mafie, approvato sia dall’Assemblea Capitolina che dalla giunta: un’occasione di incontro per fare il punto, indicare priorità e modalità di lavoro sui beni da riutilizzare, tutto sotto il segno della trasparenza. “Una consulta – spiega de Marzo – dove finalmente, rispettando i principi e gli obiettivi della legge 109 del 1996, pensare di utilizzare in maniera sociale i beni confiscati, per la prima volta alla pari, e cioè co-progettando, noi, reti sociali e associazioni del Terzo Settore, con l’Amministrazione Pubblica”.
UNO STRUMENTO DI PARTECIPAZIONE POPOLARE
E continua: “Il 17 marzo scorso in Campidoglio, alla presenza delle più importanti autorità, abbiamo presentato questo strumento di partecipazione popolare. In quell’occasione, invitato dal sindaco e da Zevi a intervenire, ho fatto presente che per far vivere concretamente degli avanzamenti ci vogliono informazione e trasparenza, linee di finanziamento per la manutenzione dei beni confiscati, e personale del Comune dedicato”. Uniti ad una lettura attenta dei bisogni dei quartieri e dei Municipi, sotto il segno di una co-progettazione che assicuri efficacia e inclusività. Come quella richiesta dal progetto delle Case della Solidarietà, il cui intento è di “fornire ai cittadini gratuitamente dei nostri servizi, costruendo, dal lunedì al venerdì, una continua possibilità, per chi vive in quel quartiere, di poterne usufruire”.
IL TESSUTO SOCIALE DI SAN LORENZO E IL RUOLO DEL MUNICIPIO
E ribadisce la direzione di marcia: “Con la Presidente del Municipio II ci siamo già sentiti e ringraziamo per la sua concreta sensibilità sul tema. Se l’immobile entrerà nella disponibilità del II Municipio, ci impegneremo nei confronti della Presidente e degli abitanti del territorio a mettere a disposizione tutto questo entro settembre”. S. Lorenzo è da sempre un quartiere ad alto tasso di giovani e studenti universitari: “A Roma– ricorda – abbiamo più di 135mila neet, cioè giovani che non sono in formazione, non lavorano e neppure cercano di imparare un mestiere. Un terzo della popolazione è a rischio di esclusione sociale, e la maggior parte dei lavoratori è precaria”. E di rabbia e marginalità le mafie possono approfittare. “I Municipi – conclude de Marzo – sono la prossimità. Le Case della Solidarietà, seppure utili, non devono però coprire né cancellare le mancanze delle Istituzioni, che devono fare la loro parte”. Intanto, si attende che i locali entrino nella concreta disponibilità del Municipio II. “Nessuno degli immobili è ancora stato assegnato – conferma l’Assessore alle Politiche Sociali del Municipio II Gianluca Bogino – è chiaro che quando avremo la disponibilità dei locali valuteremo le condizioni eventuali di adeguamento e di ristrutturazione, identificando bene le caratteristiche di ciascuno. Al momento abbiamo fatto dei sopralluoghi e poi potremo avviare i progetti”.