LA MESSA ALL’ASTA DEI VILLINI – Basta farsi un giro sul web per trovare gli annunci immobiliari della messa all’asta dei cosiddetti villini di San Saba: abitazioni familiari, nate come edilizia residenziale pubblica, vuote da anni e che ora Ater ha messo all’asta. In tutto sono prossimi alla vendita 550 alloggi, di cui 440 appartamenti e un centinaio di villini. Alcune decine di questo sono chiusi e inabitati da tempo. Le case, che gli inquilini assegnatari vorrebbero poter acquistare fin dal 2015, a oggi non sono ancora state vendute perché, per effetto di una norma nazionale, l’area è considerata di pregio e quindi i costi al metro quadro proposti da Ater sono fuori dalla portata di coloro che ci vivono dentro e sono legittimi assegnatari di un alloggio popolare per via del reddito.
IL RISCHIO ‘MOBILITÀ’ PER LE FAMIGLIE – Adesso il rischio è che le famiglie entrino in “mobilità”: equivale a dire che Ater può vendere l’alloggio e proporre all’inquilino di spostarsi in un altro. “Io vivo a San Saba da cinquanta anni”, spiega Carla Spaziani, rappresentante della Rete Comune Inquilini Ater San Saba. “Le famiglie che vivono qui ci sono cresciute, mandarci via significherebbe snaturare completamente il tessuto sociale. Noi vogliamo la vendita ma che sia al prezzo giusto: gli assegnatari degli alloggi popolari sono in una fascia di reddito che non può permettersi abitazioni da milioni di euro”, aggiunge. Gli inquilini, tra l’altro, rivendicano l’attivismo sociale: “Ogni 25 aprile commemoriamo la festa della Liberazione in piazza Bernini patrocinata dal Municipio I e Regione Lazio, abbiamo una collaborazione con il centro Astalli che ospita i rifugiati nell’area della parrocchia di San Saba, abbiamo curato le manutenzioni del verde che riguardano l’inquilinato Ater, abbiamo aperto uno sportello gratuito per l’alfabetizzazione informatica rivolta ai residenti anziani”, racconta Spaziani.
LA PETIZIONE ONLINE – Così la rete degli inquilini ha lanciato una petizione online perché “la legislazione relativa alla mobilità non può ricadere sui cittadini non abbienti. Chiediamo alle istituzioni competenti un solerte e forte impegno a legiferare per garantire la Non Mobilità per chi non ha le possibilità di comprare, ancor più in questo momento di grave crisi economica che ha colpito tutti indistintamente a seguito della pandemia in atto”, è il testo della raccolta firme che ha già raggiunto oltre 500 persone. Il caso investe le politiche abitative e quindi è stato vagliato nella commissione capitolina competente ma va risolto dall’assessorato regionale. “Ne abbiamo parlato però anche con la presidente del Municipio I Lorenza Bonaccorsi in campagna elettorale. Ci ha dato il suo sostegno e speriamo possa sollecitare l’assessore regionale Valeriani”, conclude Spaziani.