Arriverà mai la parola ‘fine’ per le criticità che vive il VI Municipio in ordine al TMB di Rocca Cencia? Difficile non essere pessimisti. E non essere solidali coi cittadini di questo quadrante, ormai stufi della nomea maturata per il VI Municipio (che già di record negativi ne conoscerebbe a iosa) ovvero quella di “immondezzaio di Roma”.
IL NODO REVAMPING – Miasmi, alto tasso di mortalità, forte incidenza di patologie e il terrore di una terra dei fuochi tutta romana hanno di fatto e a più riprese mobilitato i residenti del territorio negli ultimi anni. E questa volta la battaglia pare essersi fatta ancora più aspra, perché chi vive qui si sente ingannato rispetto al nodo revamping, il progetto di ampliamento degli impianti approvato il 12 ottobre scorso dalla conferenza dei servizi in Regione Lazio. Subito dopo i CDQ locali si sono uniti nel Coordinamento CAU al grido di “I cittadini del VI Municipio hanno il diritto di respirare come gli altri” e hanno scritto alla Commissione Europea per chiedere la chiusura del TMB.
I CITTADINI IN PROTESTA: “NON STAREMO A GUARDARE MENTRE CALPESTANO I NOSTRI DIRITTI” – “E qui anche Virgilio si è rifiutato di accompagnare Dante”, questo lo slogan della nuova vertenza, una lotta che erge a paradigma proprio l’inferno che i cittadini denunciano da troppo tempo. Così non si sono fermati e hanno promosso una raccolta fondi al fine di finanziare un ricorso al Tar, depositato il mese scorso, che possa fermare il progetto di ampiamento. “È necessario bloccare subito il revamping per evitare l’aumento delle patologie”, dicono i comitati che spiegano il merito della vicenda: “Il revamping prevede un potente TMB e un bioreattore anaerobico, ma tutto ciò è stato spacciato come un semplice ammodernamento. Invece si tratta di un’ innovazione tecnologica che doveva essere sottoposta alla Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), piuttosto che alle regole meno restrittive ammesse nell’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.)”. Questa la sostanza tecnica alla base della protesta. Per quanto riguarda invece la questione politica, è presto detto: “Non staremo a guardare inermi mentre le istituzioni calpestano uno dei diritti inalienabili e fondamentali dell’uomo e cioè la possibilità di vivere in ambienti puliti e salubri”, chiosano i comitati.
FRANCO: “VOGLIO CONSIGLIO STRAORDINARIO, NOI SIAMO DALLA PARTE DEI RESIDENTI” – Incalzato sulla vicenda da il Caffè di Roma, il minisindaco Franco ha sottolineato: “Come maggioranza municipale abbiamo fatto richiesta per un consiglio straordinario da fare nelle vicinanze del TMB per appoggiare il ricorso al Tar che hanno fatto i cittadini. Noi siamo dalla loro parte, infatti tutto parte da un incontro che hanno avuto con me il 2 novembre”, spiega il Presidente, aggiungendo che: “All’indomani dell’incontro ho scritto a Gualtieri e Zingaretti invitandoli a venire nel nostro territorio per discutere del revamping e del futuro del polo industriale di Rocca Cencia. Sono passati 60 giorni e non si è fatto vivo nessuno”. Anche il capogruppo PD presso il VI, Fabrizio Compagnone, ha dichiarato sulla vicenda: “Il nostro territorio in materia di miasmi ed altro derivante dal polo industriale di Rocca Cencia ha già dato. La nostra stella polare rimane la chiusura dell’attività di trasferenza del materiale post consumo e del relativo trattamento meccanico biologico. Da subito il Sindaco Gualtieri ha dato mandato di partecipare a bandi proprio per aggiudicarsi risorse che sono a disposizione altrove per la realizzazione di nuovi impianti. Insomma, questo è un percorso e per raggiungere l’obiettivo ci vuole tempo. Nel frattempo il Polo Industriale di Rocca Cencia deve continuare, purtroppo ad operare, ma le condizioni in cui versa non sono più tollerabili, quindi il revamping se considerato in questa ottica può essere discusso altrimenti non ci sono le condizioni minime a livello territoriale”. Insomma, pare che in buona sostanza tutti i soggetti del territorio siano allineati rispetto a delle decisioni ‘calate dall’alto’ che non hanno tenuto conto della volontà dei cittadini e che non hanno coinvolto la politica locale. E per il momento la parola passa al Tar.