IL PROGETTO – Un ruolo che, nelle Capitali europee, ha ormai superato il semplice scopo aggregativo e guarda alla capacità dell’opera di avviare una riflessione collettiva. E così, accanto alla porchetta altre sette installazioni sono state collocate in piazza Poli, piazza Belli, piazza Cardelli, piazza di Pasquino, piazza Borghese, piazza del Teatro di Pompeo e via della Frezza. Questo perché il progetto si è proposto fin dal principio di creare un percorso: in una cinquantina di minuti si attraversano quattro rioni caratteristici della Capitale (Trastevere, Parione, Campo Marzio e Trevi) e si viaggia tra storia e memoria. Tra le installazioni che hanno fatto discutere c’è ‘Roman tales’, tre campane che diffondevano in audio storie da tre diversi punti di piazza Belli. Alcuni le hanno trovate rumorose, sono state rimosse. Oppure “Er nasone”, la fontanella da strada così come è chiamata nella Capitale, simbolo di romanità eretto a opera dai tratti futuristi in piazza Borghese. Ha fatto sghignazzare più di un tradizionalista, ma lì è rimasta. Le opere tra l’altro sono state anche coinvolte in un progetto di moda e sono diventate scatti da cartolina.
UN VOLANO PER IL TURISMO – Il progetto quindi, per l’assessora alle Attività produttive e rigenerazione urbana del Municipio I, Giulia Urso, “è andato ben oltre le aspettative. Le piazze hanno richiamato turisti e curiosi, hanno dato uno slancio anche alle attività produttive dei dintorni. Le guide turistiche hanno organizzato dei tour sul percorso tracciato dalle opere. Insomma il progetto ha rivitalizzato le piazze romane del centro storico ma ci ha fatto anche riflettere, per le polemiche scaturite in alcuni casi, sul valore e il ruolo dell’arte contemporanea nelle città di oggi”.
L’IDEA DI REPLICARE IN ALTRI MUNICIPI – Adesso il 30 settembre le otto installazioni vanno in deposito ma potrebbero tornare in strada, e non soltanto nel centro storico. “In questi giorni discutevamo con la presidente Sabrina Alfonsi dell’intenzione di portare il progetto anche in altri municipi, sono sorte esperienze simili in altri territori – prosegue l’assessora – ancora non c’è alcun atto in merito, per ora è soltanto un’idea”. Più concreta è invece l’ipotesi di un convegno sull’arte contemporanea a partire dall’esperienza delle piazze romane in arte. Il voto per il rinnovo della giunta però è alle porte e i tempi stringono. “Avrei voluto avere più tempo, in generale, anche per confrontarmi con i cittadini: penso che l’arte contemporanea debba essere motivo di rivitalizzazione dei nostri quartieri” – conclude Urso.