IL PREMIO NONNO BRUNO – Giunto alla terza edizione il Premio, promosso da Fabrizio Fantera e Mino Moscati, insieme al Museo Romano della Shoah ed il I Municipio di Roma, è dedicato al “Giusto tra le Nazioni” Bruno Fantera. Quattro classi della scuola Badini e cinque del Regina Elena hanno vinto rispettivamente per le sezioni “Installazioni” e “Parole e immagini” previste dal concorso che, dal 2019, avvicina i bambini a ideare un mondo più giusto e a conoscere gli orrori del nazifascismo, affinché non si ripetano mai più.
I VINCITORI – “In occasione della III edizione del concorso dedicato a Bruno Fantera ‘Nonno Bruno, il Giusto di San Saba’, le ragazze e i ragazzi, partendo da piazzale Ostiense davanti alle targhe della battaglia del 10 settembre ‘43, hanno iniziato un itinerario pedonale che, passando da Viale Giotto davanti al civico 24, dove Bruno Fantera nascose la famiglia Moscati, è arrivato ai campetti sportivi della Parrocchia di San Saba dove si sono svolte le premiazioni – ha dichiarato Sabrina Alfonsi, Presidente del I Municipio – un percorso di memoria che potrà sicuramente aiutare a prendere consapevolezza che ci sono momenti in cui non ci si deve girare dall’altra parte”.
CHI ERA BRUNO FANTERA – Nel pieno dell’occupazione nazista Bruno Fantera dà prova di grande coraggio e solidarietà, rifiutando ogni forma di indifferenza. All’alba del 16 ottobre del ’43 i nazisti invadono le strade e le case di Portico d’Ottavia ed eseguono un rastrellamento di 1259 ebrei; più di 200 sono bambini. Delle 1024 persone deportate nei campi di concentramento sopravvivranno soltanto in 16. La famiglia Moscati riesce a fuggire, rifugiandosi per due giorni in luoghi di fortuna, fin quando si ricorda dell’amico Bruno. Al civico 24 di viale Giotto, già “Civico Giusto”, Bruno Fantera e sua madre Esifile accolgono e salvano la famiglia Moscati. “Un eroe semplice, un pezzo pregiato della storia del nostro rione e della nostra comunità”: così la Rete degli inquilini ATER di San Saba ricorda Bruno Fantera, e racconta la sua storia. “(…)Dal 18 ottobre 1943 per tutti i nove mesi dell’occupazione fino al 4 giugno 1944, l’entrata delle truppe alleate in città, i Moscati vivono in casa Fantera(…) La fame è tanta e per tutto il tempo Bruno provvede a portare il cibo a casa. Non solo. In bicicletta porta anche il pane agli Anticoli nascosti da una famiglia presso Porta Latina proprio accanto al comando nazista. Tutto quello che c’è in casa Fantera a San Saba ora si divide per otto anziché per quattro. La mattina del 4 giugno corre voce che gli Alleati siano entrati in città ma c’è chi teme, come la signora Moscati, che sia un falso dei tedeschi per incastrare i rifugiati. Per fortuna è tutto vero(…)”. A 65 anni dalla Liberazione di Roma Mino, il fratello maggiore della famiglia Moscati, esorta Bruno a testimoniare la loro storia. Non tarda ad arrivare il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni, celebrato il 18 settembre 2008. Il nome di Bruno Fantera e di Esifile vengono iscritti nel museo storico dello Yad Vashem di Gerusalemme. Un’onorificenza per gesta incommensurabili, grazie alle quali vite umane sono state strappate alle atrocità nazifasciste, e salvate. “Perché era giusto farlo”.