“Parco Rabin merita più rispetto”. A parlare è Rino Fabiano, assessore all’Ambiente del II Municipio. E le sue parole fanno da eco alle proteste dei residenti che, da sette anni, attendono la riapertura del parco Yitzhak Rabin, ciò che rimane dello splendido parco di Villa de Heritz alle pendici di Villa Ada.
LA CHIUSURA DEL 2014
Quasi la metà dell’area verde lungo via Panama non è fruibile al pubblico da quando, nella primavera 2014, è stata chiusa a causa di alcuni cedimenti del terreno provocati da cavità sotterranee. All’epoca uno studio condotto dalla Protezione civile, dall’Istituto nazionale di Geofisica e di Vulcanologia e della Sapienza, aveva indicato l’urgenza di un’esplorazione diretta delle cavità, per definirne lo stato e individuare le azioni per il recupero e la riapertura dell’intera area.
LA GARA DEL 2018 ED IL SUCCESSIVO STALLO
La necessità di un intervento era indicata nero su bianco, nel ‘Piano investimenti triennale 2018-20’ di Roma Capitale. Nel documento si trovano iscritte due opere relative a ‘Rilievi geognostici e strumentali per la mappatura delle cavità sottostanti Villa Ada e Parco Rabin e ‘Riempimento degli ambienti ipogei ad elevato rischio crollo’. Importo totale, 550mila euro. La gara per la progettazione della prima opera risultava avviata nel dicembre 2018, per una spesa di 13.686,10 euro. Lo scorso novembre Andrea Rollin, presidente della Commissione Ambiente del II Municipio, aveva assicurato che entro la fine dell’anno il Simu – Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana, avrebbe concluso i sondaggi del terreno franoso. Aggiungendo che l’Ufficio dissesto idrogeologico e opere idrauliche competente avrebbe esaminato il sottosuolo a rischio attraverso un tecnico. “Sulla base dei risultati delle ispezioni, si quantificheranno i lavori da fare e l’intervento sarà realizzato nei primi mesi del 2021”. Ad oggi, però il parco versa nel più totale abbandono. Il perpetuarsi dello stallo è legato al dilatarsi dei tempi da parte del Comune”.
LA PRESA DI POSIZIONE DEL II MUNICIPIO
“Parco Rabin è un giardino di pregio – spiega l’assessore Fabiano – la sua manutenzione ricade completamente nelle competenze dell’ufficio giardini di Roma capitale che, purtroppo, viene svolta male, non regolarmente e senza periodicità. Dopo gli eventi sulla scoperta della cavità geologica franata sul terreno, la situazione è decisamente precipitata e oltre all’abbandono ordinario si è aggiunto un pericolo più serio. L’area infatti è stata perimetrata in modo assolutamente inadeguato, mai affrontato dagli organi competenti, nonostante i nostri richiami anche formali”.
IL DEGRADO CRESCENTE
Nel frattempo una fitta selva si è impadronita dello spazio transennato, oscurando anche alcuni preziosi ciliegi donati dall’imperatore del Giappone prima del secondo conflitto mondiale. Interdetto anche il ponticello di legno che collega la pista ciclabile di via Panama con il parco. Dal Simu viene confermato che la progettazione è stata affidata a un’azienda tramite bando pubblico che si concluderà “a fine marzo”. Una volta capita l’entità dei lavori, bisognerà valutare se farli tramite bando oppure no. Per ora, quindi, non si vede luce tra i rovi. “L’unico raggio di sole – conclude Fabiano – è dato dall’impegno volontario dell’associazione Piazza Don Minzoni che con grande spirito di sussidiarietà ha rimesso in sesto l’unica area giochi presente e la manutiene perfettamente. Parco Rabin merita più rispetto e interventi da parte del dipartimento di tutela ambiente” conclude Fabiano.