Dopo 9 lunghi mesi il 23 luglio scorso riapriva Parco Nemorense. Una riapertura attesa da tantissime persone del quartiere e non solo. A risentirne soprattutto gli anziani, ma anche i bambini, i giovani e le famiglie che per troppo tempo, lockdown a parte, non hanno beneficiato di un’ampia area verde ed ombreggiata rimasta chiusa per gran parte dell’estate. Un periodo ritenuto dagli abitanti “del tutto ingiustificato” per effettuare i lavori, molti dei quali risultano incompleti.
Tanto rumore per nulla – “Sono lavori fatti a singhiozzo – protesta un residente – pezzi di muro e di pavimento sono rimasti rotti, nei laghetti c’è la melma, i cespugli impiantati sono già secchi e hanno tagliato tanti alberi. L’area cani è impraticabile – aggiunge – e molte panchine sono rotte. A cosa è servito allora chiudere il parco per tanti mesi?”.
L’esposto all’Associazione Nazionale Anti Corruzione –Nei giorni scorsi un gruppo di residenti ha presentato un esposto all’Associazione Nazionale Anti Corruzione al fine di verificare eventuali inadempienze e di effettuare un controllo sulla regolarità dei tempi e degli interventi svolti nel Parco, ritenuti dagli stessi residenti “uno scempio”. “Ho saputo che è stato presentato un esposto all’ANAC per chiedere l’accesso agli atti della gara d’appalto gestita dal Dipartimento Ambiente: è una richiesta legittima” ha dichiarato l’Assessore all’ambiente del II Municipio Rino Fabiano. Con deliberazione dell’Assemblea capitolina del 22 dicembre 2017 venne approvato il bilancio di previsione finanziaria 2018-20, dove era inserita la riqualificazione ambientale e vegetazionale di Parco Nemorense, per un importo di 470mila euro. Il progetto esecutivo valutato dai tecnici del Dipartimento Tutela ambientale elencava gli interventi da svolgere, per un ammontare di 423mila euro, approvato con D.D. il 7 dicembre 2018. Il risultato della gara per l’assegnazione dei lavori portò a un ulteriore taglio delle spese e dei lavori. Venne privilegiato il criterio del minor prezzo. “Sulle lavorazioni di ieri (17 settembre ndr)- riprende l’Assessore- è stata data garanzia che verranno terminate le lavorazioni previste dall’appalto, dopodiché i cittadini sapevano che i lavori di riqualificazione del parco erano parziali. Da un punto di vista municipale noi non abbiamo mai toccato questa palla – aggiunge – i nostri uffici tecnici non hanno partecipato né all’estensione della gara né alla fase esecutiva né alla commissione di controllo. Quando i lavori sono in mano a un Dipartimento purtroppo non c’è una decentrata che permette di controllare la procedura”.
Un appalto al ribasso – Con un ribasso del 33% l’appalto venne ridotto a 245mila euro. Tra gli interventi erano previsti scavi, demolizioni, trasporti, pavimentazioni e cigliature, opere in pietra, opere a verde, murarie e pittoriche, arredi, smaltimento di acque meteoriche e la sistemazione nonché ri-acquisizione della zona ex AMA di via Martignano, mai iniziata. La supervisione del progetto da parte del Dipartimento Ambiente prevedeva il resoconto dettagliato dei lavori, come indicato dal contratto tra Roma Capitale e la Ditta. “Perché il restauro della pista di pattinaggio è parziale? Che fine hanno fatto le nuove specie arboree che dovevano essere piantate come indicato nel progetto esecutivo?” sono solo alcune delle domande poste dai residenti mentre commentano lo stato del Parco.
La riapertura del Bistrot – L’unica nota positiva al momento riguarda la riapertura del Bistrot. Il 12 settembre scorso finalmente ha riaperto Caffè Nemorense, il bar gestito dalla cooperativa Barikamà, nata dalla rivolta dei braccianti nelle campagne di Rosarno nel 2010. Con la ripresa della vendita di prodotti biologici e “liberi” dallo sfruttamento si apre la prospettiva che ripartano anche le attività artistiche, culturali ed educative che negli anni hanno caratterizzato il Parco di quartiere. Tempistiche adeguate permettendo.