In un’area verde di pregio nel quartiere Trieste, giace da quindici anni lo scheletro dell’ex clinica Villa Bianca, una struttura sanitaria considerata d’eccellenza, utilizzata prevalentemente da vip, calciatori e personaggi della cosiddetta “Roma bene”. Per la clinica, prima elitaria poi abbandonata e lasciata marcire, il futuro sembra teso a fagocitare il verde rimasto per darlo in pasto alla speculazione edilizia.
Il degrado nel quale versa l’ex clinica – Una prospettiva che va esattamente nella direzione opposta rispetto alla necessità di incrementare strutture sanitarie pubbliche e verde urbano. Villa Bianca è diventata negli anni ricettacolo di immondizia, topi, blatte, sterpaglie: un intero patrimonio arboreo è imprigionato dal fatiscente immobile. Demolita nel 2006, l’ex clinica è sorvegliata h24 perché la proprietà teme che venga occupata. Ma lo stato di incuria preoccupa il Municipio e i residenti sotto molteplici aspetti davvero rilevanti. “Per il Municipio questo è un punto nero – afferma Rino Fabiano, Assessore all’ambiente del II Municipio – non sappiamo come riappropriarci di un bene comune verde così importante. Se la proprietà privata ha il diritto di abbandonare e magari fare speculazione edilizia non lo so – aggiunge – so che a noi lascia un buco nero nel quartiere: un’area così abbandonata rappresenta un pericolo”. I motivi per cui l’area versa in stato di abbandono appaiono controversi. A detta della Gvm Care & Research, proprietaria dell’immobile “il cantiere era partito regolarmente, in base ai tempi dei permessi di costruzione. I lavori hanno poi subito dei rallentamenti andando oltre la data prevista dai permessi, perciò fu chiesta una proroga, che venne rigettata due volte, anche perché nel frattempo erano cambiate le necessità territoriali in termini di salute”.
Un cantiere mai terminato – I suddetti lavori dovevano terminare il 18 ottobre 2008, come riportava il cartello di cantiere. Ma durante la demolizione, nel 2007, venne rinvenuta una “sorgente radioattiva” ovvero scorie provenienti dal laboratorio di medicina nucleare interno alla clinica. I carabinieri per la tutela dell’ambiente della sezione “inquinamento da sostanze radioattive”, la squadra dei vigili del fuoco NBCR (nucleare, batteriologico, chimico e radiologico) ed i tecnici dell’Apat trovarono la sorgente procedendo ai lavori di rimozione. “Teniamo a sottolineare – dichiarò la squadra NBCR dopo l’operazione – che i residenti del quartiere possono stare tranquilli. Per due motivi: il primo è che la sorgente è stata rimossa e una squadra ha verificato che la radioattività, su quel terreno, non è più presente. In secondo luogo perché, se anche quel minuscolo frammento fosse rimasto lì, i livelli di radioattività si concentrano nel raggio di due metri e oltre si disperdono”.
Il futuro dell’area – A seguito dell’intervento i lavori vennero interrotti, lasciando senza risposta la domanda sul futuro dell’area. “Abbiamo richiesto un cambio di destinazione d’uso per edilizia residenziale e housing sociale. Siamo in attesa di un riscontro” riprende la proprietà in una dichiarazione rilasciata all’agenzia DIRE. Attualmente il Comune di Roma ha respinto la richiesta sul cambio di destinazione d’uso ed anche i residenti sono contrari alla costruzione di palazzi nel sito. Il futuro dell’area resta un’incognita e lo stato in cui versa preoccupa il Municipio e i residenti che vorrebbero trovare una soluzione in tempi brevi. “Il municipio può stimolare la riqualificazione e cercare di spingere per il riutilizzo dello spazio- riprende l’Assessore Fabiano – Villa Bianca è un esempio di mala gestione del patrimonio privato: è una società privata che utilizza uno spazio all’interno di un tessuto urbano consolidato verde nel modo più sbagliato possibile; una proprietà che possiede un bene di questo livello e non ha deciso cosa farne, lasciandolo in marcescenza, è per noi un problema serio. Sarà una battaglia complessa, però la cittadinanza e il Municipio possono funzionare da stimolo affinché si trovino posizione fattive sul futuro del posto”.