La casa Protostorica
Qui sorgeva il centro di Fidene, che ha restituito numerose testimonianze risalenti all’età del Ferro. La ricostruzione è avvenuta a seguito del ritrovamento nel 1988 dei resti di una originale casa protostorica a poca distanza da questo sito. Fra il 1986 e il 1993 infatti la Soprintendenza Archeologica di Roma ha messo in luce su un fianco della collina i resti di un’abitazione datata tra l’850 e l’800 a.C.. Paradossalmente la conservazione degli arredi interni si deve proprio ad un incendio che ne fece crollare le pareti sigillandoli e preservandoli nel tempo. Questo eccellente stato di conservazione rese possibile ricostruire la casa a poca distanza dallo scavo che venne invece rinterrato. la struttura ha un tetto coperto di fasci di cannucce, un focolare fiancheggiato da alari d’argilla e grandi vasi, copie fedeli degli originali. All’interno sono anche inseriti due letti realizzati con legno e strisce di cuoio.
I danni
Già nella giornata del 5 gennaio la Sovraintendenza Capitolina ha effettuato un sopralluogo sul sito dell’incendio. Fortunatamente i danni sarebbero circoscritti alle travi di legno del tetto, alla copertura e alla porta d’ingresso della Casa Protostorica. Le pareti, composte da una struttura muraria in terra battuta, non avrebbero invece riportato danni. I risultati di questo sopralluogo farebbero sperare in un intervento veloce di ricostruzione e messa in sicurezza.
Le reazioni
La Sindaca Raggi in un Tweet ha immediatamente esternato la sua rabbia: “L’incendio alla casa protostorica di Fidene è un gesto indegno – scrive la prima cittadina – gli autori vengano al più presto assicurati alla giustizia. Il nostro patrimonio storico culturale deve essere rispettato e protetto”. Allo stesso modo il Presidente del Municipio III, Giovanni Caudo, ha parlato di un “gesto grave e incivile che vuole colpire un quartiere e i suoi abitanti contro il quale ci mobiliteremo”. L’impegno in questo caso è al ripristino del sito: “Chiediamo alla Sovraintendenza Capitolina di riparare prima possibile il danno – conclude Caudo – riportando quanto prima il monumento alla sua condizione originaria”.
Leonardo Mancini