L’Anac ha messo in luce le disastrose condizioni in cui giacciono i numerosi cani e gatti stipati nelle strutture fatiscenti, non a norma e insalubri dei canili di Ponte Marconi e Muratella, censurando l’aggiudicazione dell’appalto al ribasso, piuttosto che sulla qualità. L’assessora Alfonsi annuncia fondi per la ristrutturazione delle strutture. Il soggiorno dei 530 cani e 220 gatti rinchiusi nei canili romani di Ponte Marconi e Muratella permane in condizioni disastrose, in attesa che il Campidoglio metta mano alle manutenzioni annunciate dall’assessora all’ambiente Sabrina Alfonsi.
L’Autorità Anticorruzione (ANAC) ha documentato in una delibera del 30 marzo scorso le criticità in cui versano le strutture capitoline dedicate ai quattrozampe, almeno dal 2016. Sovraffollate e in pessime condizioni igienico – sanitarie tali da compromettere il benessere e la salute degli ospiti pelosi, nonché prive di manutenzione e non conformi alle norme edilizie e di sicurezza, con impianti fatiscenti e vetusti, in particolare nel canile rifugio Ponte Marconi, poco sicure anche per gli stessi operatori. In seguito agli esposti presentati sull’operato dell’Abivet srl., affidataria del servizio di controllo e vigilanza sanitaria, di direzione sanitaria dei due canili comunali di Muratella e Ponte Marconi ed assistenza medico veterinaria ordinaria e d’urgenza, dal 1 dicembre 2020 a fine marzo, l’Autorità di vigilanza ha puntato il dito sulle pesanti criticità rilevate in una recente relazione del Ministero della Salute, rese note anche alla Giunta Raggi fin dal 2016, nonché sulla mancanza di controllo da parte del dipartimento capitolino alla Tutela Ambientale sul servizio appaltato. Condizioni rimaste immutate fino all’attuale amministrazione di centrosinistra, che non avrebbero permesso alla società affidataria di garantire le condizioni operative previste nel bando di gara del 2020, bocciato dall’Anac in quanto carente di programmazione. Inoltre l’appalto è stato aggiudicato al prezzo più basso, un criterio incompatibile con la prestazione di natura intellettuale come il servizio veterinario, che richiede invece il criterio del miglior rapporto qualità/prezzo.
LA VERSIONE DELLA ALFONSI
Pronta la risposta dell’assessora Alfonsi, che sui social l’8 aprile ha dichiarato: “L’Anac con la delibera n.156 del 30 marzo ha impietosamente posto in evidenza tutte le carenze e gli errori compiuti dalla precedente Amministrazione negli appalti per la gestione delle strutture rifugio per cani, gatti. Errori grossolani nella costruzione del bando di gara per l’affidamento del servizio veterinario, mancanza di controlli nella fase di esecuzione dell’appalto, gravissima sottovalutazione dello stato di manutenzione delle strutture e carenze nelle autorizzazioni all’esercizio, hanno determinato la conseguenza che il servizio reso non fosse all’altezza delle necessità di cura degli animali ospitati nei rifugi. Uno stato di fatto drammaticamente evidenziato da alcuni spiacevoli episodi di decessi di alcuni animali per presunte carenze di cure”. Ai cani e gatti rinchiusi nelle strutture non resta quindi che sperare in un futuro, il più prossimo possibile, più dignitoso. “Nel Bilancio di quest’anno abbiamo previsto un incremento di fondi per 1,8 milioni di euro per la gestione dei canili e uno stanziamento di 150 mila euro per gli incarichi di progettazione degli interventi di riqualificazione e ampliamento del canile e di realizzazione del nuovo ospedale veterinario pubblico, che sarà realizzato nei locali oggi non utilizzati della struttura di Muratella. È stato aggiudicato, e sarà affidato a giorni, il nuovo accordo quadro per complessivi 1.195.000 euro per la manutenzione delle strutture, e sono già iniziati i rilievi tecnici sugli interventi necessari per l’adeguamento a norma e la messa in sicurezza”. L’autorità di vigilanza aveva infine censurato la procedura negoziata senza bando di gara, emanata dal Dipartimento Tutela Ambientale il 3 dicembre scorso, per il riaffidamento del servizio veterinario in scadenza a fine 2021, a causa del criterio dell’offerta più vantaggiosa, a discapito della qualità del servizio. Avviso pubblico dunque annullato in autotutela dall’amministrazione stessa, che ha provveduto a prorogare il servizio alla precedente società affidataria, l’Abivet, fino al 30 marzo. “Una misura, quest’ultima, necessaria per poter avviare una nuova procedura di affidamento, che sarà operativa fino al 31 dicembre di quest’anno, e garantirà la presenza di un professionista medico veterinario per le prime visite agli animali in ingresso, il controllo e vigilanza sulla salute degli animali ospitati, l’assistenza e cura per le urgenze presso le strutture sanitarie a disposizione del medico. – ha assicurato Alfonsi -. Nel frattempo, ci occuperemo della costruzione di un nuovo bando di gara che risponda in pieno alle esigenze di accoglienza e cura degli animali. Per garantire la copertura del servizio di emergenza durante questi pochi giorni necessari al perfezionamento degli atti, abbiamo fatto ricorso all’Anac”.