LA MAPPATURA DELLE MICRO-DISCARICHE ABUSIVE
Già nell’ultimo anno i volontari avevano realizzato alcuni dossier censendo decine di aree, arrivando anche a sottoscrivere un protocollo operativo con il Dipartimento Tutela Ambiente di Roma Capitale e con il IX Gruppo della Polizia Locale. “Abbiamo fornito mappe e report dei luoghi di sversamento con coordinate e foto, materiali utili per programmare gli interventi – spiegano i volontari – ma con l’aumentare dei siti abbiamo pensato ad una mappatura online per aiutare le autorità ad intervenire”. È stato così realizzato un vero e proprio database che verrà aggiornato anche sullo stato delle aree segnalate: “In questo modo possiamo tenere conto degli interventi e dare il senso del lavoro che l’amministrazione sta compiendo – seguita Coppola – è un’operazione di trasparenza nei confronti dei cittadini che collaborano e segnalano”.
IL PROBLEMA DELLE COMPETENZE SULLE AREE
Basta guardare la mappa messa online dal Circolo Legambiente per notare subito alcune criticità. L’esempio più lampante è come i siti punteggino l’intero corso di via Laurentina appena fuori dal GRA. “È un problema di competenze – spiegano i volontari – quel tratto è in carico alla Città Metropolitana che non fa riferimento né all’Ama né ad altra ditta privata per la rimozione dei rifiuti che restano dove sono”. Il problema della competenza sulle aree si manifesta più generalmente in tutti i siti pubblici: “Circa il 90% dei siti bonificati facevano capo a privati – spiegano dal Circolo – in questi casi è facile intervenire direttamente, dato che la Polizia impone la bonifica. Ma con l’amministrazione comunale il sistema è più complesso”. In questi casi ottenere la rimozione dei rifiuti e la bonifica può essere un vero calvario. Tra i tanti esempi c’è un sito nei pressi di Fonte Laurentina in cui venne abbandonato un notevole quantitativo di car fluff (un materiale plastico derivante dalla demolizione delle auto). “Qui la bonifica è iniziata ma mai terminata – seguitano i cittadini – sono rimasti dei container per la bonifica che a loro volta sono diventati un catalizzatore di nuovi sversamenti”.
NON BASTA LA BONIFICA, SERVE IL CONTROLLO
Naturalmente la mappatura, l’intervento delle autorità e la bonifica, non servono a nulla se le aree sono poi lasciate in abbandono. È questo il caso di un’area sulla Laurentina dove lo scorso anno era stato sgomberato un insediamento abusivo e rimosse 150 tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi: “Purtroppo – concludono i volontari – in questi giorni ci siamo resi conto che l’insediamento è tornato e sta riprendendo anche l’accumulo di rifiuti”.