I motivi dell’addio
“I valori politici che mi hanno spinto a scendere in campo sono stati più volte calpestati – spiega il consigliere del Municipio IX che adesso entrerà nel Gruppo Misto insieme a Paolo Mancuso e Piero Cucunato – e più volte ho pensato di uscire dal Movimento, senza però avere un’altra alternativa. Come i nuovi italiani (ero l’unico di origine straniera) mi ero ripromesso di battermi per i diritti umani e civili all’interno del movimento, ero e sono innamorato dell’idea da cui siamo partiti. Le varie battaglie però vanno fatte dentro ai partiti e ai movimenti, non solo fuori, la politica poi è quella che prende decisioni e legifera. Bisogna essere in grado di mediare tra partiti senza diventare altro, insomma essere capaci di ascoltare senza giocare una partita di calcio”.
Uno non vale uno
“Grazie al Movimento – prosegue Barros – ho capito che uno non vale uno e che in politica c’è bisogno di tecnici che hanno la giusta formazione per affrontare al meglio la crescita di una nazione. Ricordo anche i molti “sì” a Salvini e alla Lega: il partito più vecchio dello scenario parlamentare, affiancato dai soliti poteri del passato riciclandosi nuovi. Abbiamo chinato più volte la testa a discapito dei nostri ideali e valori aumentando il bacino elettorale della lega che è passata dal 17% al 30%. Come movimento chiedevamo giustizia, una giustizia che fosse uguale per tutti, ma abbiamo deciso di salvare i soliti politici arroganti e autoritari. Abbiamo alimentato l’odio nel nostro paese non solo verso gli immigrati, ma anche verso gli ebrei aumentando l’antisemitismo, la xenofobia verso i gay, e foraggiato la paura verso il diverso”.
Scenari futuri
“Guardo con molto interesse al movimento delle Sardine – ha confidato in chiusura Paolo Barros – che devo ringraziare per avermi dato la voglia e il coraggio di continuare a combattere contro tutto questo odio propagandato da questa destra becera e reazionaria, che sta destabilizzando la nostra identità, tessuto sociale e cultura. Ad oggi ancora non so dove andrò, ma so che non mollerò e che non vivrò più di speranza, ma di prese di posizioni e nuova linfa”.