Ancora qualche giorno e sarà chiaro il futuro del sistema rifiuti della Capitale. Nell’attesa i territori (le periferie in particolare) si organizzano per presidiare i sette siti indicati dal documento firmato dai tecnici del Campidoglio, della Città Metropolitana e della Regione. L’ordinanza della Pisana impone che nei prossimi giorni sia il Comune ad indicare un sito (probabilmente tra quelli presenti nel documento) altrimenti si potrebbe arrivare al commissariamento e sarà un ente terzo a decidere. Il Territorio e gli impianti Al momento il conto più salato sembra essere quello sul tavolo del Municipio IX e lo stesso presidente Dario D’Innocenti, intervenendo in Aula Giulio Cesare durante il consiglio straordinario sui rifiuti del 6 dicembre scorso, ha ribadito la sua contrarietà ad ospitare una nuova discarica. D’Innocenti ha elencato una serie di siti già in funzione, sottolineando che il suo territorio ha già dato: “Come detto dalla Sindaca, noi siamo pronti a fare la nostra parte e gli impianti di cui Roma ha bisogno – comunicano dal M5s locale – ma all’interno della pianificazione regionale e non in emergenza in base a disposizioni calate dall’alto e imposte ai territori con un’ordinanza”. I siti indicati Su sette siti indicati ben quattro ricadono sul territorio del Municipio IX dove abbondano cave, discariche e recuperi ambientali. Primo della lista è l’impianto di Falcognana (Via Ardeatina) con una volumetria residua di 850mila mc e che, a quanto si legge nel documento, potrebbe ospitare i rifiuti in 30 giorni (nonostante la contrarietà della proprietà). Al secondo posto c’è la discarica di rifiuti inerti della Cortac, su via Laurentina, con una volumetria di 290mila mc e 200 giorni di attesa per una modifica dei codici di rifiuti che possono essere conferiti. Terza opzione riguarda la discarica Adrastea in via Canestrini, pressoché esaurita, potrebbe essere utilizzata come deposito preliminare in 30 giorni. Ultima la discarica di inerti Quattro A in via della Selvotta, con una volumetria di 300mila mc e 45 giorni utili per adeguare la rete di captazione del biogas (come per Falcognana). La protesta In attesa di una decisione la mobilitazione non si ferma e i cittadini riuniti in presidio fuori l’impianto della Falcognana continuano a protestare. il consigliere municipale del Pd, Alessandro Lepidini, è tornato a chiedere all’Amministrazione Raggi di impugnare l’Ordinanza della Regione, definendo invece carta straccia (strappandone le pagine in un video pubblicato su Facebook) il documento che indica i sette siti papabili. L’atto della Maggioranza M5s in Comune che chiede alla Sindaca di rivolgersi al Tar dovrebbe essere votato nel prossimo Consiglio utile, mentre la Sindaca in Aula ha ribadito di essere “d’accordo con i presidenti di municipio: non vogliamo discariche fatte in fretta e in deroga alle normative”. Intanto anche il M5s capitolino ha sottoscritto l’atto del centrodestra contro l’indicazione di Falcognana, come affermato dal consigliere municipale di Fdi, Masimiliano De Juliis, la speranza è che non ci siano passi indietro e sorprese durante il voto.
Leonardo Mancini
16/12/2019