L’ACCUSA: “DISINTERESSE VERSO IL PATRIMONIO DEL IX MUNICIPIO” – “La mancata approvazione è una piena dimostrazione del disinteresse verso il patrimonio storico e culturale del nostro municipio visto che la valorizzazione dei sentieri è stata bocciata sia nelle mozioni singole sia nell’ambito del documento di finanziamento e valorizzazione del PNRR locale. Un’evidenza questa, della preoccupante indifferenza verso argomentazioni che diversamente avrebbero sicure ricadute positive, peraltro in un contesto di ampi margini di finanziamento”, spiega Piero Cucunato, capogruppo Lega del IX municipio.
LA QUESTIONE ECOMUSEO – Ma non solo percorsi e camminamenti; sempre in tema di valorizzazione del patrimonio storico-naturalistico, la scure della maggioranza si è abbattuta anche sull’ecomuseo. “Se sul tema delle passeggiate storiche c’è stata comunque una parziale apertura da parte dell’assessorato alla cultura che ha organizzato degli eventi a tema di concerto con le associazioni del territorio ed i comitati di quartiere, per il progetto dell’ecomuseo del IX municipio ci siamo trovati di fronte ad una chiusura assoluta – dichiara il consigliere Alessandra Tallarico – un diniego questo per il quale mancano palesi motivazioni mentre riteniamo l’istituzione dell’ecomuseo una iniziativa estremamente valida pur consapevoli delle difficoltà attuative. Resta però la necessità di recepire le esigenze manifestate su più fronti dal territorio e per le quali sarebbe stato un atto importante di sensibilità e ascolto, peraltro incoraggiato in altri consessi. Nella nostra proposta originaria – spiega Tallarico, l’ecomuseo doveva costituirsi nel quadrante tra l’Ardeatina e la Laurentina, nel territorio delineato dalle falde acquifere. Parliamo di una realizzazione importantissima che ricucirebbe un collegamento di valorizzazione con il territorio di Ardea dove insiste l’ecomuseo del Lazio Virgiliano. Si tratta di un’area ricca di testimonianze storiche tra cui, giusto per citarne una, la grotta del Fauno in zona Solforata. Inoltre l’ecomuseo non andrebbe a valorizzare solo le bellezze del territorio ma porterebbe avanti un discorso di sensibilizzazione dei cittadini che sentono quel territorio come un bene comune, contrastando così quei fenomeni di abbandono e degrado che inevitabilmente ci affliggono. Questo implicherebbe un circolo virtuoso tra cittadini ed amministrazione attraverso lo strumento nuovo, quello dell’ecomuseo appunto, incentivato dalla Regione Lazio e promosso dall’Unione Europea”.
L’ASSESSORE LALLI RILANCIA, MA SULL’AGRO ROMANO – Ecomuseo? Si, ma non in questi termini. È l’assessore alla cultura del IX Municipio Carmela Lalli a spiegare le ragioni della bocciatura della proposta elaborata dalla commissione cultura. “Secondo la normativa regionale, l’istituzione di un ecomuseo dovrebbe arrivare dal basso, in quanto questa realtà è strettamente correlata con la presenza di una particolare valenza del territorio sotto il profilo storico, culturale, artigianale e via dicendo, purchè emerga l’aspetto comunitario. Ovvero dalla regolamentazione emerge come l’amministrazione locale debba recepire una proposta proveniente dalla comunità e non esserne promotrice”. Ma non è solo l’aspetto procedurale a presentare carenze, evidenzia Lalli. “Ritengo che l’iniziativa, valida in termini progettuali, sia maggiormente perseguibile se estesa all’Agro Romano. Innanzitutto perché questo ha chiari segni identificativi ed insiste nel IX municipio più che in qualsiasi altro territorio, inoltre sono presenti elementi che mettono in relazione anche tutta l’area sub urbana. Un territorio questo di maggiore respiro, con progetti identitari già ben delineati come la valorizzazione dei casali e che presenta al suo interno evidenze di insediamenti dall’epoca pre-romana fino ai giorni nostri”.