Roma prova a salvare i suoi pini dalla cocciniglia tartaruga, un parassita che infesta questi alberi da diversi anni. «Ora che abbiamo il via libera del Ministero della Salute all’uso di un prodotto specifico, per 120 giorni dal primo maggio partiamo immediatamente su ampia scala con un piano con cui contiamo di trattare circa il 50% dei pini comunali aggrediti», spiega l’assessora alle Politiche del Verde, Laura Fiorini.
Dopo la sperimentazione avviata a novembre 2020, proprio per il trattamento della cocciniglia tartaruga sui pini romani, ora il Campidoglio sta facendo partire il piano di trattamento su ampia scala.
COCCINIGLIA: “A ROMA TRATTATI FINORA 4000 PINI, CON BUONI RISULTATI”
“Il Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale – si legge in una nota stampa del Campidoglio – ha avviato fin da subito trattamenti antiparassitari sperimentali trattando fino ad oggi circa 4000 pini con buoni risultati. Ha agito quindi in netto anticipo rispetto agli altri soggetti coinvolti, tra cui la Regione Lazio, ente competente a fornire le linee guida più volte sollecitate nel corso degli anni”.
«Non sono certo i 500mila euro annunciati dalla Regione Lazio che salveranno i pini di Roma – afferma l’assessora Fiorini – Se è per questo, Roma capitale ha già stanziato 700mila euro oltre a quelli già investiti per i trattamenti sperimentali. Questa non è una gara a chi punta di più. Sarebbe stato più opportuno che la Regione, come le compete, avesse fornito subito linee d’azione“.
A ROMA 1 MILIONE DI PINI, PUBBLICI E PRIVATI
La lotta alla cocciniglia deve essere a tutto campo. «Ora è indispensabile un decreto di lotta obbligatoria che investa tutti i soggetti tenuti ad effettuare i trattamenti poiché interventi fitosanitari circoscritti, anche se estesi, non ostacolano la diffusione di un parassita che passa da un albero all’altro trasportato dal vento», conclude l’assessora. «In tutta Roma si ipotizza la presenza di circa 1 milione di pini appartenenti a vari soggetti pubblici e privati: tutti devono fare la propria parte».
