“Successivamente i tecnici del Servizio Giardini effettueranno ciclicamente, per la durata di un anno, prelievi in quota e analisi in laboratorio per valutare gli effetti degli interventi che saranno di quattro diverse tipologie: lavaggio della chioma, potatura di rimonda, bioattivazione del suolo attraverso l’uso di concimi attivatori ed endoterapia (iniezioni sul tronco con prodotti utilizzati per la lotta alla processionaria del pino)”.
I tecnici del Dipartimento Tutela Ambientale hanno condotto degli interventi sperimentali su 400 pini su cui era stata riscontrata la presenza della cocciniglia (300 nel 2018 in via Cristoforo Colombo e 100 nel 2019 nel quartiere Eur).
«L’obiettivo è quello di curare gruppi di pini con trattamenti diversi per riuscire a individuare la tipologia più funzionale, anche tenendo conto dell’antropizzazione delle aree oggetto degli interventi e dell’aggressività di un parassita non autoctono. Si tratta di prove sperimentali, il massimo che possiamo fare in attesa di specifiche indicazioni dalla Regione, che abbiamo più volte sollecitato. La normativa vigente, infatti, in caso di comparsa di un nuovo parassita, ripartisce le competenze fondamentali tra il Ministero della Salute e il Servizio Fitosanitario Centrale e Regionale che sono i soli soggetti a poter autorizzare l’utilizzo di specifici prodotti fitosanitari e a poter emettere direttive anche sulla base della collocazione degli alberi: verde pubblico, privato, urbano, extraurbano. Queste indicazioni sono assolutamente fondamentali per poter difendere i pini, un elemento che da sempre caratterizza il paesaggio di Roma», ha spiegato l’assessore alle Politiche del Verde Laura Fiorini.