Cumuli di spazzatura intorno ai cassonetti stradali, raccolta differenziata al 45% contro il 65% imposto dalla legge e, per finire, il rischio che il Comune deliberi l’aumento della tassa dei rifiuti, ossia la Tari. Questo è al momento il quadro del settore rifiuti a Roma. Per il 2021 i romani, con le loro bollette della Tari, dovranno pagare 803 milioni di euro. Nel 2020 la Tari pesava circa 756 milioni di euro, quindi l’ aumento dovrebbe essere pari al 5,7%, ma sarà compensato – ameno teoricamente – dai fondi stanziati dallo Stato per far fronte all’emergenza Covid che, il comune sconterà sulla Tari in arrivo a famiglie (8,3 milioni) e aziende (44,5 milioni), facendo scendere il fabbisogno dell’anno in corso a 749 milioni circa, con una diminuzione quindi dello 0,9%.
LE ACCUSE DI PELONZI
Ma c’è un però. A destare dei dubbi in proposito è Giulio Pelonzi, capogruppo Pd in aula Giulio Cesare, secondo cui “La presa in giro per gli utenti – così dichiara sui suoi canali social – è che gli sconti saranno spalmati nei tre anni successivi e non subito”. Lo sconto in bolletta in sostanza, oltre ad essere dirottato principalmente sulle aziende (84%), verrebbe quindi contabilizzato, ossia scontato solo a partire dalla seconda rata semestrale della Tari 2021, e non già dalla prima.
SALTATA LA DOMICILIAZIONE BANCARIA
Ma non è tutto. C’è poi il problema della domiciliazione bancaria. Tutto è iniziato un anno fa quando improvvisamente agli utenti è arrivata una lettera di Ama Spa – Roma Capitale che rendevano noto che non era più possibile utilizzare la domiciliazione bancaria per il pagamento delle due rate della tariffa annuale. Una modalità molto comoda che permetteva agli utenti di non inseguire i bollettini postali. Il servizio di riscossione della tariffa rifiuti è stato tolto ad Ama e ora viene gestito direttamente dal Campidoglio. Così facendo, però, si sono ‘persi’ dei pagamenti di utenti che erano abituati a pagare direttamente dal proprio conto bancario, e invece ora non hanno potuto regolarizzarsi, perché i bollettini non sono giunti via posta per tempo o sono andati persi.
L’INTERROGAZIONE ALL’ASSESSORE LEMMETTI
La consigliera capitolina, Monica Montella, con una interrogazione ha chiesto lumi all’Assessore al Bilancio e controllo municipalizzate, Gianni Lemmetti, che le ha risposto in sostanza che la tariffa è stata attestata sulla piattaforma nazionale PagoPa da luglio 2020, senza comprendere però le procedure di domiciliazione bancaria, e che ci vorrà del tempo per passare ad un nuovo sistema di riscossione basato sulla domiciliazione.
RISCHIO SALASSO
Il tema dei rifiuti è incandescente e la politica fa fatica a chiudere il cerchio. Del rischio di salasso della Tari si è già ampiamente discusso in Commissione capitolina Bilancio, nel corso della seconda metà di giugno. Ma ora c’è attesa per il voto definitivo del Consiglio capitolino, rinviato a causa delle difficoltà della maggioranza grillina, visto che dopo l’addio al 5 Stelle di Marcello De Vito, il presidente del Consiglio comunale, la Raggi ha perso il controllo dell’aula e non ha, da sola, i voti necessari a sostenere le proprie decisioni, ma ha bisogno di un voto esterno dalle oposizioni, un voto difficile da ottenere, specie in periodo pre-elettorale. Di sicuro – questo raccontano a il Caffè di Roma fonti che preferiscono restare anonime – la proposta di delibera prevede un aumento della Tari, ma sarà il Consiglio a dire di preciso a quanto ammonterà questo aumento. La Tari a Roma è già ai livelli altissimi, tra i maggiori in Italia. A ciò, certo, si aggiunge il rischio di extra costi in vista per il secondo semestre 2021 dovuti al fatto che Roma non ha all’interno del GRA una discarica in cui smaltire le circa 2mila tonnellate di rifiuti indifferenziati che produce ogni giorno ed è costretta a rivolgersi ad altre Regione e nazioni, con tutti i costi di trasporto del caso.