L’autunno è alle porte e il rischio di una nuova ondata di Covid è dietro l’angolo, per questo si riaffaccia e forte il tema della tenuta dei pronto soccorso di Roma e Lazio, ma anche del numero di posti letto Covid e non Covid attivi. La rapida campagna vaccinale sta dimostrando il buon operato della Regione Lazio e dell’assessore alla sanità e integrazione socio-sanitaria Alessio D’Amato, ma in queste ultime settimane in materia sanitaria non sono mancate le criticità, sopratutto in seguito all’attacco hacker dell’inizio del mese di agosto che ha mandato in down i siti regionali e ha paralizzato i sistemi informatici mettendo fuori uso anche il portale www.salutelazio.it, dove tra le altre cose vengono gestite le prenotazioni dei vaccini anti Covid. E portando problemi e criticità, inoltre, a tutte le attività di Cup e Recup, il centro unico prenotazioni. Con conseguenti disagi e attese per cittadini e famiglie. E anche con più di qualche fila e disagio sia per pazienti Covid che non Covid.
BUONE NOTIZIE SUL FRONTE PRONTO SOCCORSO
I problemi sanitari ci sono e sono anche gravi, ma di sicuro per Roma e i romani buone notizie giungono dal quadrante est della Capitale, dove pochi giorni fa è stato inaugurato il nuovo Pronto Soccorso dell’Ospedale Vannini. Come sottolineato da Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio, presso il nosocomio sono stati assistiti oltre 4mila pazienti Covid, e “fin dal principio l’Ospedale Vannini è stato fondamentale nella cura e nell’assistenza, con professionalità e grande empatia nei riguardi dei pazienti”. Sono trascorsi oltre 580 giorni dall’individuazione della coppia di coniugi cinesi, e da allora le nostre vite sono profondamente cambiate. Ma “abbiamo fatto un lavoro importante, l’ospedale Vannini è un avamposto in un quartiere popolare e multietnico, e fondamentale è la sinergia con il Servizio Sanitario Regionale e con la ASL Roma 2″, ha detto ancora D’Amato.
IL PUNTO SULLA SANITÀ DEL LAZIO
Nel frattempo a fare il punto sull’attività del governatore Zingaretti nel delicato comparto della sanità regionale è l’esponente di maggioranza in quota Partito Democratico e consigliere regionale del Lazio, Eleonora Mattia, che a il Caffè di Roma sottolinea: “Con l’arrivo dell’autunno torna il presagio delle chiusure. Ma a differenze dello scorso anno oggi abbiamo gli strumenti per affrontare il freddo in sicurezza. Il Lazio è tra le Regioni virtuose dal punto di vista della campagna vaccinale, con oltre 4 milioni di dosi somministrate è stata la prima a raggiungere l’immunità di gregge”.
QUALI I PASSI PROSSIMI?
Sul tema la consigliere Mattia è perentoria: “Ora continuiamo a cercare ogni uomo e ogni donna che voglia sottoporsi al vaccino e raggiungere percentuali di copertura al 90% che ci consentano di tutelare tutte le imprese, gli studenti e gli operatori e tornare gradualmente alla normalità. In particolare per i ragazzi e le ragazze è importante – alle soglie dell’apertura dell’anno scolastico – garantire aperture e presenza per tutelare il diritto alla salute e il diritto allo studio”, conclude l’esponente del Partito Democratico.
LA SITUAZIONE CORONAVIRUS NEL LAZIO
La sfida della sanità del Lazio chiaramente passa anche dal contrasto al Covid, tema entrato a far parte della nostra quotidianità da quasi due anni ormai. Sinora la Regione Lazio almeno su questo punto sembra aver dato risultati incoraggianti e non si ferma: siamo in una fase diversa, oltre 4 milioni di over 12 sono immunizzati e a breve l’80% dei cittadini adulti avra’ chiuso il ciclo vaccinale, ora si punta a raggiungere il target dell’85, forse 90% entro l’autunno. “Quello che è importante comprendere è che il rischio tra coloro che sono vaccinati e chi non lo è di andare in Terapia intensiva è di 39 volte superiore – ha sottolineato in tempi non sospetti l’assessore D’Amato – il pericolo per chi non è vaccinato è molto alto e insieme dobbiamo percorrere ultimo miglio”. Nella speranza che chi ancora non si è vaccinato, si convinca a farlo e in tempi rapidi e concreti.
Prenotare esami col Recup? Ecco com’è andata
Ci sono arrivate diverse segnalazioni di malfunzionamento del servizio Recup. Allora abbiamo provato noi a prenotare un esame. Il numero 069939 dopo un po’ di attesa risponde sempre, in maniera gentile l’operatore cerca di accontentare la richiesta, ma non ci riesce: con 3 operatori diversi il risultato è sempre negativo, perché “il sistema informatico non risponde, si blocca” ci tengono a specificare. Veniamo a sapere che a causa dell’attacco hacher di agosto dal call center del Recup si possono prenotare prestazioni solo per le Asl Rm 1, 2 e 4. Per le altre bisogna chiamare altri numeri. Ce li facciamo dare. Proviamo con la Asl Rm6, quella dei Castelli Romani (06.93273842) dove una voce registrata ci spiega che c’è troppo traffico telefonico e ci consiglia di richiamare, buttando subito giù la linea. Riproviamo più volte, per ben 3 giorni. Al 34esimo tentativo finalmente riusciamo a metterci in fila, con la voce che ci invita a pazientare: attendiamo più di 10 minuti e poi la linea cade da sola. Ci arrendiamo.
Proviamo allora con la Asl di Latina (0773.6553248). Qui una voce registrata ci dice che il numero è stato disattivato (il Recup regionale questo nemmeno lo sa) e di rivolgersi allo sportello Asl. Sì, ma quale sportello? A che indirizzo? Ci rechiamo allo sportello Asl di una cittadina in provincia di Latina dove ci spiegano che loro non possono prenotare esami o visite tipo Recup, ma solo quelle che svolgono lì nella loro struttura. Chiediamo dove possiamo prenotare il nostro esame. “Provi a Latina” ci dicono, ma non sanno fornirci un indirizzo preciso. Ci arrendiamo.
Proviamo allora anche su internet, ma nemmeno a parlarne! In una settimana di telefonate e giri non siamo riusciti a prenotare l’esame che volevamo. Ci arrendiamo definitivamente e andiamo a fare il nostro esame da un privato, a pagamento: tempo impiegato per la prenotazione: 10 minuti ed esame prenotato per il giorno dopo.
Ora ci dicono che le cose stanno tornando pian piano alla normalità. Speriamo.