Era stato presentato come il vaccino che avrebbe convinto a vaccinarsi contro il Covid 19 anche i più riottosi, gli scettici, gli allergici ai farmaci e, più in generale, i no nax, ma in realtà a poco meno di un mese dal suo lancio (che ha avuto luogo dallo scorso 1° marzo) sono a malapena 3858 i romani che hanno deciso di sceglierlo e di farselo iniettare. Si tratta di un vaccino proteico, ossia contiene frammenti prodotti in laboratorio della proteina Spike, che si trova sulla superficie del virus Sars-CoV-2, e un adiuvante, la saponina. Diversamente dai vaccini Pfizer, Moderna, Astrazeneca, Johnson&Johnson, Sputnik, che usano tecnologie a mRNA o vettore virale, quello prodotto dalla Novavax non è un vaccino genico ed è stato creato attraverso la tecnica delle proteine ricombinanti. Va ricordato, certo, che il Lazio e la città di Roma in particolare sono a livelli altissimi di immunizzazione, quindi le percentuali di vaccinazione della popolazione hanno subito un brusco stop, o almeno un forte rallentamento, per cause in un certo senso ‘fisiologiche’, ossia di raggiungimento del numero massimo dei cittadini intenzionati a vaccinarsi. Ma di sicuro l’atteso boom di prenotazioni, al momento, non ha ancora avuto luogo.
29/03/2022