Lo chiamano tutti Tecnopolo, il nuovo Politecnico di Roma che molto probabilmente già dai primi mesi del 2022 diventerà uno dei centri di alta formazione più importanti d’Italia e d’Europa in cui verranno formate le nuove figure professionali specializzate in digitale, bio-farma e trasformazione energetica. È questo l’obiettivo con cui è partito il progetto ‘Rome Techonopole’, presentato la scorsa settimana nella centralissima sede della Camera di Commercio di Roma, alla presenza del Governatore Nicola Zingaretti, del presidente della Camera di Commercio, Lorenzo Tagliavanti e del Presidente Unindustria Angelo Camilli insieme ai rappresentanti dei tre atenei pubblici della capitale: Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre e che potrebbe nascere – il condizionale è d’obbligo – all’ex Forlanini di Roma.
IL PROGETTO
Il progetto ha l’ambizione di valorizzare al massimo alcuni punti di forza della regione, come la grande concentrazione di università e di laureati (è la prima regione in Italia per atenei), la vocazione tecnologica e la specializzazione nei settori ad alta tecnologia delle piccole e medie imprese, il grande numero di star-up, la presenza di multinazionali sul territorio. “Il mondo della produzione attingerà sempre di più dal sapere e dall’innovazione – ha detto il Presidente di Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti – e questo è un sistema che negli anni passati a Roma non esisteva, infatti il sapere e il saper fare hanno avuto difficoltà ad incontrarsi. Poi c’è un elemento di novità nella collaborazione tra Atenei ma senza dimenticare che il nuovo Tecnopolo si fonda anche sulla collaborazione tra i sistemi di impresa.”
TAGLIAVANTI SUONA LA CARICA
Tagliavanti ha voluto anche sottolineare quali sono i punti di forza su cui si basa il progetto: “Nel nostro territorio sono presenti: 1.386 start-up innovative (il 10,4% del totale Italia), di cui 400 localizzate nelle periferie; centri di ricerca di eccellenza (quali il CNR e l’ENEA); numerosi hub di innovazione (Luiss Enlabs a Termini, Pi-Campus all’EUR, i due Talent Garden di Ostiense e Cinecittà); acceleratori e iniziative di corporate innovation; eccellenze nei settori produttivi d’avanguardia come hi-tech, aerospazio, ICT, elettronica, scienza dei materiali, biotecnologie; oltre 32mila addetti nel campo della ricerca.” Qual è allora il problema, perché la Regione non decolla? “Manca un efficace raccordo tra le imprese, il sistema della ricerca e il mondo universitario – secondo Tagliavanti -. Il Rome Technopole ci potrà consentire di creare quella connessione tra il sapere e il saper fare e poi, grazie alla presenza della filiera della conoscenza, potremo accrescere la capacità del nostro territorio di attrarre grandi imprese e multinazionali capaci di esercitare una leadership e una funzione di traino nei confronti delle imprese più piccole, soprattutto sui fronti dell’innovazione tecnologica e della capacità di penetrazione dei mercati esteri. Insomma, è il cambio di passo che aspettavamo.” Il nuovo Tecnopolo di Roma sarà un esempio virtuoso di connessione tra pubblico e privato visto che beneficerà da un lato dei fondi del PNRR e dall’altro degli investimenti delle aziende del Lazio.
“INVESTIMENTO DI 500 MLN”
“Abbiamo già presentato il progetto a 25 grandi imprese nazionali e multinazionali – ha affermato il presidente di Unindustria, Angelo Camilli – e dall’altro lato sappiamo che circa 87 mld del Recovery saranno di competenza delle regioni e dei comuni e quindi ci auguriamo che da settembre inizi la fase di selezione per avere una certezza sulla fattibilità dell’iniziativa.” Le aspettative sono alte: un investimento economico totale di 500 milioni di euro, 800 nuovi ricercatori, 500 nuovi dottorandi e 100 borse di studio in cinque anni oltre al raddoppio di lauree magistrali nelle aree interessate dal progetto ma soprattutto la prospettiva di dare un lavoro di qualità a chi termina gli studi con una specializzazione di alto livello, superando quello che da sempre è uno dei grandi problemi del territorio di Roma e anche della Regione e cioè il disallineamento tra l’offerta formativa degli enti di istruzione e formazione e la domanda di figure lavorative da parte delle imprese.
ZINGARETTI: “COMBATTIAMO COL COVID, VIA ALLA STAGIONE DELLO SVILUPPO”
“Nel Lazio stiamo combattendo per chiudere la stagione del Covid con una grande campagna di vaccinazione e di contenimento dei contagi – ha dichiarato il governatore Nicola Zingaretti – ma stiamo aprendo anche la stagione dello sviluppo, del lavoro e del benessere: Rome Technopole è il grande progetto con le università italiane e del Lazio e le imprese del Lazio, per dare ai giovani e a questa Regione uno strumento in più per essere protagonisti del futuro. Abbiamo scelto la scienza e la ricerca come vettori di questo obiettivo. Il progetto è figlio di una collaborazione tra le imprese, le tre università romane e la regione Lazio per costruire questa sfida. Noi faremo la nostra parte: inseriremo il progetto come proposta nel Recovery Plan.” Nello specifico, il PNRR dovrebbe garantire al nuovo hub un fondo di 100 milioni l’anno da qui fino al 2026, data oltre la quale poi bisognerà far muovere la nuova creatura con le proprie gambe. Un obiettivo non impossibile visto che il mondo imprenditoriale crede nel nuovo Tecnopolo, che ha suscitato l’interesse delle grandi aziende del territorio come Acea, Eni, Edison, Ibm Italia, Intesa San Paolo, Leonardo, So.Se Pharm e Unicredit solo per citarne alcune. L’obiettivo è la partenza dei primi corsi già per l’anno 2022, mentre nel 2023 potrebbero essere attivati i primi percorsi di laurea magistrale e le scuole di dottorato.